7.0
- Band: JORN
- Durata: 00:58:24
- Disponibile dal: 17/06/2022
- Etichetta:
- Frontiers
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C’è stato un momento in cui tutti abbiamo pensato che Jorn Lande avrebbe conquistato il mondo, con quella sua voce capace di unire il meglio di Ronnie James Dio e David Coverdale. I suoi lavori con Ark e Masterplan hanno lasciato il segno e per un certo periodo il cantante è stato il più richiesto sulla piazza, tra ospitate e apparizioni. Poi però qualcosa si è rotto e i riflettori si sono un po’ spostati, lasciando Jorn ad una carriera solista sì solida, ma tutto sommato mai entusiasmante. Avevamo lasciato il buon Jorn all’epoca di “Life On Death Road”, un lavoro che non ci aveva pienamente convinto, a cui aveva fatto seguito un secondo album di cover, “Heavy Rock Radio II”. Oggi, invece, è il momento di “Over The Horizon Radar”, un album dalla copertina veramente discutibile, che però segna un passo avanti rispetto al precedente disco di inediti. Affiancato da musicisti di lungo corso e comprovata abilità, come Tore Moren, Francesco Jovino o Alessandro Del Vecchio, Jorn confeziona un album un po’ diverso dal solito, più cupo e cadenzato, capace di valorizzare il suo timbro così personale, con brani di qualità come “Dead London”, “My Rock & Roll” o la poetica “Ode To The Black Nightshade”. Si sente un po’ la mancanza di qualche brano bello tirato, a cui vengono preferiti piuttosto dei midtempo rocciosi e certamente siamo ancora lontani dai capolavori di inizio carriera, ma il bilancio complessivo ci sembra convincente. Resta ferma la nostra convinzione del fatto che a Jorn gioverebbe trovare un suo equilibrio all’interno di una band, perchè l’artista norvegese, pur potendo contare sul team di lavoro della Frontiers, non ci è mai parso un autore particolarmente brillante. La voce però c’è ancora tutta ed è eccellente come sempre, quindi, se avete seguito e amato la carriera solista di Jorn, “Over The Horizon Radar” non potrà che confermarvi le qualità che avete sempre cercato nel cantante norvegese.
