JUDAS PRIEST – Jugulator

Pubblicato il 11/06/2015 da
voto
8.5
  • Band: JUDAS PRIEST
  • Durata: 00:58:57
  • Disponibile dal: 28/10/1997
  • Etichetta:
  • SPV Records
  • Distributore: Audioglobe

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È il 1992 ed i Judas Priest sono in cima al mondo. Il problematico processo che li ha visti impegnati in tribunale per difendersi dall’imputazione di ‘istigazione al suicidio’ in seguito alla morte nel 1985 e nel 1988 di due ragazzi, secondo l’accusa spinti al suicidio dal testo della cover di “Better By You, Better Than Me” degli Spooky Tooth ascoltato al contrario, è stato vinto e la band è stata assolta da ogni accusa; inoltre l’ultimo album “Painkiller”, uscito nel 1990, complice un nuovo sound più veloce ed aggressivo e l’arrivo del nuovo batterista Scott Travis, ex Racer X, sensibilmente più potente e tecnico di Dave Holland, è stato un successo clamoroso. Il tour mondiale seguente, tenuto in compagnia di Megadeth, Sepultura e Pantera è anch’esso un colossale successo, con date sold-out ovunque. Ma qualcosa non va all’interno della band, ed il Metal God Rob Halford, al termine del tour, esce dai Judas Priest. Molte sono le voci e le versioni differenti a proposito, tra le quali quelle più accreditate vogliono la band scaricare Halford in risposta alla crescenti voci sulla presunta (reale, ma si saprà in seguito) omosessualità del vocalist, oppure Halford deciso a lasciare la band perchè fisicamente provato ed impossibilitato per contratto a prendersi una lunga vacanza fuori dai periodi prefissati, o ancora la decisione da parte del cantante di testare strade musicali molto più pesanti; tutte congetture, perchè nessuno sa veramente come stanno i fatti; ma fatto è che tale abbandono blocca i lavori della band per molto tempo. Rob Halford fonda così i Fight, con Scott Travis alla batteria, con i quali rilascia due album, “War Of Words” nel 1993 e “A Small Deadly Space” nel 1995, mentre i Judas Priest si mettono alla ricerca di un sostituto all’altezza della situazione. Molti cantanti, anche di grande spessore come Ralf Scheepers dei Gamma Ray (poi Primal Fear) e D.C. Cooper dei Royal Hunt, vengono scartati, finchè Scott Travis assiste per caso al concerto dei British Steel, band-tributo ai Judas Priest nei quali canta Tim Owens, un ragazzone grande e grosso proveniente dall’Ohio dotato di una voce incredibile, e si fa dare un demo da fare ascoltare ai compagni. È fatta, Tim Owens, dopo aver interpretato durante un provino “Victim Of Changes” e “The Ripper”, diventa ‘Ripper’ Owens, il nuovo cantante dei Judas Priest. Iniziano quindi i lavori per il successore di “Painkiller”, che dovrà essere ancora più duro, feroce e metal, ma principalmente dovrà rompere completamente con il passato, così da cancellare nei fan il ricordo di colui che non è più dietro al microfono. Anticipato di dodici giorni dal singolo “Burn In Hell”, il 28 ottobre 1997 esce “Jugulator”, tredicesimo album dei Judas Priest, e la band, oltre ad un nuovo cantante, presenta un sound nuovo, più fresco ed attuale, arricchito da influenze thrash e ricco di groove ed una forma canzone generalmente più complessa, a giustificare brani più lunghi di quanto sentito in passato; persino le chitarre sono nuove rispetto al passato, dotate di una accordatura ribassata a Do e Do#. “Jugulator” si apre con la title track, brano in crescendo che alterna una strofa monolitica ad un ritornello sincopato e violento, seguito dalla quadrata ed anthemica “Blood Stained”, dotata di un chorus adattissimo per fare cantare il pubblico nei live; si prosegue con “Dead Meat”, che si giova di un ritornello melodico piazzato dopo una strofa ed un bridge molto duri, e con la splendida “Death Row”, uno dei brani più riusciti del lotto, che in un certo senso richiama i Judas più classici. “Decapitate” è il brano più lento del disco, ma riesce comunque a colpire nel segno, con il suo andamento quasi ipnotico piazzato prima della splendida ed evocativa “Burn In Hell”, prima canzone rilasciata per diventare un singolo, del mid tempo “Brain Dead” e della Panterizzante “Abductors”. Posto quasi in chiusura dell’album, il secondo singolo “Bullet Train” vive di un ritornello sfrontato e catchy, che arriva dopo un bridge veloce, lento ed anthemico, ma potente e semplice, scritto per essere cantato da tutto il pubblico; l’ultima canzone di Jugulator” è la ‘classica perla dentro la perla’, “Cathedral Spires”, suite di quasi dieci minuti di durata che varia un numero incredibile di volte, mostrando tutte le sfaccettature dei nuovi Judas Priest ed esponendo in maniera esplicita, se ancora non fosse chiaro all’ascoltatore, tutto il potenziale di ‘Ripper’ Owens. I testi di “Jugulator”, scritti dal solo Glenn Tipton, sono pungenti e cattivi, e descrivono il male ed il suo rapporto con l’uomo, il quale, lentamente, tramite le proprie cattive azioni, sta arrivando a provocare la fine del mondo; si distinguono dal lotto quello di “Brain Dead”, che descrive lo stato d’animo di un uomo completamente paralizzato dopo un incidente e che non può più parlare per lo shock, e quello della title track, un semplice divertissement di carattere fantascientifico. Pur non essendo ben accettato dai fan più intransigenti, “Jugulator” vende comunque molto e la band parte per un nuovo tour che dura oltre un anno e dal quale verrà poi tratto il live “’98 Live Meltdown”.

TRACKLIST

  1. Jugulator
  2. Blood Stained
  3. Dead Meat
  4. Death Row
  5. Decapitate
  6. Burn In Hell
  7. Brain Dead
  8. Abductors
  9. Bullet Train
  10. Cathedral Spires
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