JUDAS PRIEST – Redeemer Of Souls

Pubblicato il 16/07/2014 da
voto
7.0
  • Band: JUDAS PRIEST
  • Durata: 01:01:58
  • Disponibile dal: 14/07/2014
  • Etichetta:
  • Sony
  • Distributore: Sony

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Arriva in tempi difficili il qui presente “Redeemer Of Souls”, il diciasettesimo sigillo della sontuosa carriera (che oramai tocca le quattro decadi!) degli storici Judas Priest. Tempi difficili più per il disco stesso che per noi o per il metal classico e, diciamocelo subito, un po’ i cinque di Birmingham se la sono voluta. Buttare fuori un nuovo disco dopo una dichiarazione shock come quella di tre anni fa, “questo sarà il nostro ultimo tour”, sa, volenti o nolenti, di mossa commerciale per raggranellare qualche soldo. E suscita dubbi più o meno fondati anche il far uscire un album di inediti dopo l’abbandono di un ascia (e una penna) come K.K. Downing, membro fondatore della band lontano da casa oramai da un paio di anni. Se poi si conta che il lavoro precedente, “Nostradamus”, non è passato alla storia certo come l’album più rappresentativo dei Nostri, il quadro generale su cui collocare questa nuova uscita non si prospetta proprio come uno dei più facili. Strada in salita dunque, ma che i Judas percorrono con il massimo della fierezza che la loro età gli possa permettere e riuscendo un’ultima volta (chissa?) a guardare ai fan dall’alto di un trono che, bene o male, per un buon 50% spetta a loro di diritto. Si perchè “Redeemer of Souls” male non è davvero. E’ un album con qualche magagna: una produzione sinceramente un po’ incomprensibile, troppo low-fi per i frangenti più ‘moderni’ o potenti e troppo poco grezza per i brani più semplici e diretti; e con, purtroppo, un Halford non certamente in forma come lo vorremmo. Ma è anche un disco onesto, veramente fatto di metallo e non solo rivestito, degno ancora di fare da bandiera ad un genere inossidabile come l’heavy classico. E’ un lavoro che rimbalza tra qualche ruffiano tentativo di rinverdire gli Anni ’70 grazie a pezzi ortodossi come “Metalizer”, e qualche tentativo, meno riuscito, di bissare l’aggressività del famoso “Painkiller” tramite qualche brano diretto e arrembante come “Halls Of Valhalla”. Ma è anche un album che ci ricorda che, nel bene o nel male, i Judas non si sono mai mostrati veramente ancorati ad un sound vecchio e stantio, e che molte volte nel corso della loro carriera hanno cercato di essere apripista e non semplici gregari, sfornando lavori inattesi (e talvolta incompresi) come il duro “Jugulator” o appunto il più tastieroso “Nostradamus”. Troviamo quindi anche una buona costola di brani inaspettati, curiosi, che sulla lunga distanza guadagnano strada sui più ortodossi (ma banali) pezzi già citati in precedenza. E così una “Crossfire”, ben impregnata di rock & blues, pensiamo sarà alla lunga più interessante della divertente ma scontata “Dragonaut”; e anche la cupezza di “Secrets of The Dead” o l’avvolgente atmosfera della conclusiva “Beginning Of The End” colpiranno più a fondo della banalità del riff di “March Of The Damned”. Un album quindi con punti di forza e debolezza, ma che secondo noi ha un pregio davvero grande: rappresenta i Judas. Sembra forse una teoria strana da sostenere, ma sentiamo che “Redeemer Of Souls” è una conclusione stilisticamente più ‘corretta’ per la carriera della band rispetto a “Nostradamus”. Quell’album era un’istantanea di una fase bella o meno di una carriera lunghissima, questo è certo, ma era una foto diversa dal grandangolo che cerca di abbracciare tutta la carriera del Prete di Giuda. E “Redeemer Of Souls”, con il suo guardare contemporaneamente al passato e alla propria integrità di artisti, ci sembra a questo punto un finale molto più in linea con la grande storia di una band tra le più fondamentali. E questo è il motivo per il quale, in fondo, ascolteremo quest’album con un senso di nostalgia e anche di affetto forse più marcati. Perchè, adesso, il libro si può veramente chiudere.

 

 

TRACKLIST

  1. Dragonaut
  2. Redeemer of Souls
  3. Halls of Valhalla
  4. Sword of Damocles
  5. March of the Damned
  6. Down in Flames
  7. Hell & Back
  8. Cold Blooded
  9. Metalizer
  10. Crossfire
  11. Secrets of the Dead
  12. Battle Cry
  13. Beginning of the End
33 commenti
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