8.0
- Band: JUGGERNAUT
- Durata: 00:43:38
- Disponibile dal: 31/10/2014
- Etichetta:
- Subsound Records
- Distributore: Goodfellas
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Fine ottobre 2014, Roma, Lazio, Italia: di come una band già strabiliante con il cantante abbia fatto una precisa scelta di carriera e sia diventata ancora più strabiliante senza il cantante. Questa, in estrema sintesi e con ferrea volontà di ripetitività di termini, la storia dei Juggernaut e la recensione del loro nuovissimo capolavoro, “Trama!”. Dopo lo stupefacente capitolo iniziale, targato ormai 2008, a titolo “…Where Mountains Walk”, la formazione capitolina si è eclissata per diversi anni in un muro d’oblio e silenzio, ricompattando pian piano idee ed entusiasmo, autoghigliottinandosi della testa di ponte fornita dall’approccio con-voce alla composizione e scegliendo la più coraggiosa, e forse più consona all’equilibrio dell’ora quartetto, espressione esclusivamente strumentale. Ne è uscito fuori, perciò, questo “Trama!”, lavoro curatissimo in ogni dettaglio e di valore assoluto, pienamente in linea con gli standard internazionali più alti. Il metallo-nonmetallo e post- dei Juggernaut abbraccia poderosamente molte sonorità al di fuori della classica cerchia a noi più nota, dedicando partiture magistrali che inglobano jazz, bossa nova, tango, introspezione acustica, ipnotismo psichedelico e quant’altro alla promiscua copulazione con il più feroce incedere post- di The Ocean, Gojira e formazioni similmente intelligenti e innovative. Ogni musicista si riserva spazi personali, tanto che la mancanza della voce passa del tutto inosservata, anzi, riesce perfino a dare maggiore splendore alle composizioni e, cosa assai più difficile da fare, molto più significato intrinseco. Essì, perché da bravi perfezionisti quali sono, i Juggernaut hanno anche cinematografato una storia attorno a “Trama!”, senza neanche farci capire bene cosa sia venuto alla luce prima, se la musica o la storia narrata attraverso le note. Un racconto magistrale che, nella sua brevità e particolarità, riesce a rispecchiare in modo incredibile l’Italia (quasi) tutta, a partire dai bui anni ’70 fino ad arrivare agli attualissimi giorni nostri, pregni di corruzione, disagi, sospetti e fango su fango: un giornalista perbene, da sempre ligio e rispettoso dell’etica professionale, entra a far parte, tramite un invito a cena (“Via Del Serpente 13, Ore 20”, più di un semplice intro musicale), dell’elite dei Piani Alti, prima venendone inesorabilmente attratto dallo sfavillante luccichio (le brevi e seducenti “Pietra Grezza” e “Ballo Excelsior”, quest’ultima dotata in rete di video precisamente a tema), poi essendone risucchiato nel vortice del complotto e dei giochi di potere e tacita obbedienza (la complessa e progressiva “Egregoro”, dieci minuti di completa maestria strumentale, e la fulminante “Crapula”, con superbi fiati a supportare il devastante incedere di riff ossessivi e arpeggi folli), e infine venendone annichilito e umiliato, attraverso obblighi generanti rimorsi e speranze di onesti privilegi del tutto disilluse (le conclusive “V.I.T.R.I.O.L.” e “Tenet”, crescendo enfatici e maestosi di rara sagacia). Una produzione che non avrebbe potuto essere migliore permette di vivere in totale godimento i tre quarti d’ora di saliscendi e ghirigori musicali plasmati dai Juggernaut, con pochi dubbi uno dei più riusciti ritorni dell’anno e, per molti versi, anche una delle migliori sorprese. Un lavoro strumentale che, accarezzandovi con guanti di velluto, in realtà saprà stringervi un mortale cappio al collo. Da scoprire e da avere.
N.B.: a questo link è disponibile visionare la storia narrata in “Trama!”.