
7.0
- Band: JUNGLE ROT
- Durata: 00:35:08
- Disponibile dal:
- Etichetta:
- Victory Records
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In un periodo in cui molte band cercano di fare l’impossibile per mettersi in evidenza, suonando post (?), affastellando miliardi di note alla velocità della luce riuscendo a non far capire niente alla gente che assiste ai loro concerti (!), meno male che ci sono le certezze del death metal alla Jungle Rot! Avevamo lasciato gli americani con un buon album, “What Horrors Await”, uscito nel 2009, e li ritroviamo con questo “Kill On Command” ancora più in forma, edito su Victory Records, con una proposta dalle strutture semplici, che si alternano fra il death e il thrash, una corposità a livello di suono seconda solo agli Illdisposed, un vocione alla Cannibal Corpse prima maniera e poi solo voglia di suonare tosto, carichi di groove, fregandosene di attingere all’enciclopedia dei riff sacri spesso e volentieri. Si prenda, ad esempio di quanto descritto poc’anzi, “Rise Up And Revolt”, un brano prevedibilissimo in ogni sua parte, dall’inizio al ritornello, alla ripartenza al break centrale, scritto per scatenare l’headbanging dal vivo. Ma provate a dire che non è efficace, se ne siete capaci! E la title track? “Kill On Command” poggia su un lavoro di doppia cassa allucinante, onnipresente ed oppressivo tale è la pesantezza. Ottimo il cantante nel riuscire a far presa sul suono così corposo del gruppo, compresso per disturbare oltremodo i vostri padiglioni auricolari. Ma tutti i brani sono sullo stesso livello in quanto a coinvolgimento e a death metal spiccio. Certo, i Jungle Rot vanno presi per quel che in realtà sono, non aspirano di certo a inscrivere il proprio nome nel cerchio che conta dei gruppi death, ma di sicuro li si può marchiare come onestissimi mestieranti del genere. Una dopo l’altra le canzoni della tracklist non mutano di una virgola, dall’inizio alla fine, la pesantezza musicale tutta grugniti e riff carichi di groove. Fra le più ispirate, oltre alla title track e a “Rise Up And Revolt”, ci sono “I Predict A Riot” e la tostissima “No Mercy”. Il bel minestrone di influenze death metal Jungle Rot è servito per l’ennesima volta. Alla larga i poser: qui si fa headbanging violento.