KAIPA – Mindrevolutions

Pubblicato il 05/06/2005 da
voto
6.5
  • Band: KAIPA
  • Durata: 01:19:12
  • Disponibile dal: 30/05/2005
  • Etichetta:
  • Inside Out
  • Distributore: Audioglobe

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Ed ecco che il folletto Hans Lundin torna con i suoi Kaipa, dopo soli trent’anni dalla loro formazione, e dopo un paio di anni dal buonissimo “Keyholder”. “Mindrevolutions” è il suo titolo, e l’effetto di rivoluzione mentale lo provoca davvero. Infatti, una volta finito di ascoltare questo disco, la nostra mente si interroga, chiedendosi se effettivamente alla perfezione formale (si tratta di puro ed incontaminato progressive rock melodico) coincida l’effettiva qualità (e longevità) dei pezzi. Durante tutto l’album il prog-maniac è infatti avvolto e sopraffatto da quelli che sono gli elementi più puri del genere, le melodie ardite, le strutture geometricamente folli e via dicendo. Se dovessimo dare un voto all’album durante il suo ascolto, potremmo anche arrivare ad un 7,5. Ma una volta concluso il risultato cambia, e di molto. A detta dello stesso Lundin, la band con questo album ha voluto focalizzare l’attenzione sulle melodie, più che sui passaggi tecnici. Ma già nell’opener il gioco sembra sfuggire dalle mani della band, che si concede melodie talvolta estremamente fanciullesche ed innocue. Per fortuna arriva la bellissima “Electric Leaves”, graziata dal duetto dei favolosi Patrik Lundstrom (a proposito chi scrive vi consiglia caldamente il debut della sua band Ritual) e Aleena. Roine Stolt, dopo la parentesi con i Transatlantic e dopo “Adam & Eve” dei suoi Flower Kings, torna a lavorare con Lundin, e si rende autore di una performance davvero stupenda, dai passaggi più ritmicamente funky agli assoli sempre ricchi di gusto e di tradizione progressive. Il pezzo meno riuscito, per chi scrive, è proprio quello su cui la maggior parte dei fan probabilmente porranno la propria attenzione: la suite “Mindrevolutions”, della durata di quasi ventisei minuti. Il pezzo appare poco ispirato e lievemente prolisso nelle sue fughe strumentali. Il capolavoro dell’album è l’intensissima “Last Free Indian”, davvero stupenda anche dal punto di vista lirico, e graziata da un Patrik davvero in palla. Ora non ci resta che tirare le somme di un album sostanzialmente controverso, nel quale convivono pezzi stupendi e pezzi francamente solo sufficienti. Per un gruppo come i Kaipa, che ha sfornato lavori come “Notes From The Past” e “Keyholder”, vere perle del genere, è lecito aspettarsi un po’ di più. Non basta la rivelazione Aleena, non basta la prova maiuscola di Stolt. Ormai, con quello che costano i CD, non ci si può accontentare di un lavoro che supera di poco la sufficienza. Sia chiaro, però: per chi già ama i Kaipa, un ascolto lo merita.

TRACKLIST

  1. The Dodger
  2. Electric Leaves
  3. Shadows of Time
  4. A Pair of Sunbeams
  5. Mindrevolutions
  6. Flowing Free
  7. Last Free Indian
  8. Our Deepest Inner Shore
  9. Timebomb
  10. Remains Of The Day
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