7.0
- Band: KAIPA
- Durata: 01:19:12
- Disponibile dal: 28/06/2024
- Etichetta:
- Inside Out
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I Kaipa non hanno certo bisogno di presentazioni, dato che si tratta di una delle band di riferimento del rock progressivo scandinavo, essendosi formata nel lontano 1973 e in cui ha militato un chitarrista di spicco della scena come Roine Stolt (The Flower Kings, Transatlantic, Karmakanic).
Il tastierista Hans Lundin continua con passione e maestria a portare avanti questo glorioso moniker, assieme ad un gruppo di musicisti che suona ormai insieme dal 2000 (tra cui spicca il bassista Jonas Reingold, anche lui per anni nell’entourage dei The Flower Kings) e il sostituto di Stolte (subentrato nel 2007 e che, per molti versi, ce lo ricorda anche in quanto a stile), ovvero il chitarrista virtuoso Per Nilsson. La line-up comprende anche due voci, ovvero quella di Patrik Lundstrőm e della cantante Aleena Gibson, il che permette alla band di sperimentare soluzioni espressive vocali alquanto interessanti.
Il nuovo album, dall’impronunciabile titolo di “Sommargryningsljus”, segue di appena due anni “Urskog” ed è incentrato su una sorta di viaggio notturno dal tramonto all’alba: la traccia iniziale “Sommarskymningslijus” significa infatti grosso modo ‘la luce estiva del tramonto’, mentre la title-track fa riferimento alla ‘luce estiva del crepuscolo’.
Le due tracce sono state poi assemblate anche in un unico brano, che viene presentato come ‘single edit’ e che, a nostro parere, funziona anche meglio rispetto all’originale diviso in due; diciamo che si tratta comunque di una sorta di rappresentazione di quello che può succedere in una notte estiva, in un certo qual modo anche metafora della vita e della morte.
I brani, nella migliore tradizione progressive, sono quasi tutti mediamente molto lunghi e, di conseguenza, la durata dell’album tocca i massimi raggiungibili per una versione in CD, sfiorando addirittura gli ottanta minuti. Anche lo stile è decisamente orientato verso un classico prog rock dell’epoca d’oro, con decisi rimandi a Genesis o Yes, ma in linea di massima diciamo che non si va molto lontani neppure rispetto ai ‘cugini’ (definiamoli così, visto che le due band hanno diversi aspetti che li accomunano) The Flower Kings.
Un aspetto da evidenziare è che due tracce, “Seven Birds” e “Spiderweb Train”, sono state composte alla fine degli anni ’90, nello stesso periodo dei brani che poi finiranno sull’album “Notes From The Past” (pubblicato nel 2002) e di recente sono state recuperate e riarrangiate da Lundin: due brani davvero notevoli, senz’altro i più interessanti del disco, che da soli già ne giustificano l’acquisto.
Per il resto, le altre canzoni, a parte la già menzionata (e più breve) title-track, vivono perlopiù di qualche felice intuizione, come qualche improvviso guizzo di Reingold, qualche bell’inserto di flauto o di violino, talvolta anche alcuni brillanti intrecci vocali dei due cantanti, ma dove fondamentalmente spiccano davvero solo le bellissime performance di Per Nilsson, con la sua chitarra in grado sempre di accendere improvvisamente il brano, di impreziosirlo con il suo tocco da maestro, arricchendo con feeling o anche con potenza le tracce, senza mai mettere una nota superflua o fuori posto.
Nel complesso, “Sommarskymningslijus” è un album che potremmo definire abbastanza negli standard del genere proposto, ma, come evidenziato, questo presenta comunque alcuni aspetti che lo rendono particolarmente interessante, per cui sarebbe senza dubbio un peccato per ogni amante del prog rock non prestargli la giusta attenzione.