KALT VINDUR – Magna Mater

Pubblicato il 23/01/2024 da
voto
7.0
  • Band: KALT VINDUR
  • Durata: 00:36:00
  • Disponibile dal: 26/01/2024
  • Etichetta:
  • The Circle Music

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Per quanto ogni band abbia una storia a sé, è legittimo aspettarsi che il terzo album sia una sorta di ‘esame di maturità’, dopo la prova spesso esplorativa del debutto e un secondo lavoro che non di rado è quello in cui si assestano e definiscono i caratteri di una proposta musicale.
E al terzo full-length sono giunti Kalt Vindur, formazione della Polonia meridionale dedita a un black metal collocabile al crocevia tra ricerca e immediatezza. Nel complesso, i Kalt Vindur dimostrano di esserci arrivati, alla suddetta maturità: per loro stessa ammissione, questo è probabilmente il loro lavoro più compiuto e solido e, ci sentiamo di aggiungere, anche quello in cui la loro identità emerge in modo più chiaro.
Ciò si deve, a nostro avviso, alla prosecuzione di alcune operazioni virtuose intraprese tra il disco d’esordio “Delusions” e il successivo, gradevole “…And Nothing Is Endless”: innanzitutto, la sfrondatura degli arzigogoli e delle stucchevolezze che appesantivano inutilmente il songwriting, soprattutto nel debut-album. Poi, l’abbandono di una certa volontà di stupire (non sempre andando a segno) in favore di una maggiore enfasi sulle emozioni e le atmosfere. Infine, l’ulteriore valorizzazione di alcuni dettagli abbastanza personali, come il protagonismo delle linee di basso e, più in generale, il sound tutto sommato ‘poco polacco’ per una band di tali latitudini. Se da un lato, infatti, si avverte il debito verso i conterranei Behemoth, il quintetto della Precarpazia sembra guardare anche più a Nord, verso la Norvegia, e in certi casi anche al Mediterraneo – soprattutto verso la Grecia.
Scendendo più nel dettaglio, su “Magna Mater” i Kalt Vindur propongono una collezione di brani che, pur mantenendosi abbastanza diretti, inanellano una serie di variazioni e ispirazioni ora più inclinate verso il blackened-death, ora più verso il folk ambientale, ora verso il doom, per giungere, sulla sorprendente coda strumentale “Mist Over Cergova”, a suggerire perfino qualche ispirazione funk.
Si viaggia su ritmi sostenuti: il diradarsi finale della title-track è solo uno specchietto per le allodole, perché i momenti di respiro sono pochi. Il più riconoscibile è senza dubbio il corale che introduce la feroce preghiera di “Blessed”, ma merita una menzione anche la valida “Visions Of Purification” – ove, per altro, il dialogo tra sezioni acustiche e aggressività black è forse il più efficace di tutto il platter.
Il livello qualitativo non incontra mai vere inflessioni e i Kalt Vindur si dimostrano capaci di proporre un black metal variegato ma al tempo stesso fluido, che non soffoca mai l’ascoltatore sotto strutture eccessivamente farraginose. Per contro, su “Magna Mater” manca forse un brano davvero memorabile: “Żywioły” e “Agonizing Luminosity” sono dei buoni pezzi, ma faticano a bucare la quarta parete, complici soprattutto qualche prolissità e delle linee vocali prive di grandi sorprese. Anche la già menzionata “Blessed Us”, probabilmente l’episodio che più si presta a restare appiccicato all’ascoltatore, ha un retrogusto derivativo che le sottrae potenziale.
Difficile dire se i Kalt Vindur abbiano ulteriori margini di crescita, dopo quasi dieci anni di carriera. Ma se quest’album è un traguardo, al netto di qualche sbavatura, è un traguardo niente male.

TRACKLIST

  1. Magna Mater
  2. Żywioły
  3. Agonizing Luminosity
  4. Bless Us
  5. Possessed by Lunacy
  6. Visions of Purification
  7. Mist Over Cergova
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