7.5
- Band: KANONENFIEBER
- Durata: 00:50:40
- Disponibile dal: 20/09/2024
- Etichetta:
- Century Media Records
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Con “Die Urkatastrophe”, i tedeschi Kanonenfieber confermano il proprio ruolo di piccola rivelazione nel panorama metal europeo. Dopo il successo del debutto “Menschenmühle”, autoprodotto nel 2021 e presto diventato un fenomeno underground, e una serie di singoli e mini che nell’ultimo biennio hanno ulteriormente catturato l’attenzione della scena, la one man band guidata dal polistrumentista e cantante Noise ritorna con un nuovo full-length che si inserisce perfettamente nella scia tracciata finora. Sin dall’inconfondibile presentazione grafica, ispirata ai poster di propaganda della Grande Guerra, è evidente che “Die Urkatastrophe” si propone come un naturale successore delle opere precedenti, sia a livello concettuale che musicale.
Sebbene il progetto sia spesso presentato come (melodic) black metal, in realtà la musica di Kanonenfieber si avvicina molto di più a un robusto melodic death metal, ricco di melodie, di arie cariche di pathos e anche di un solido groove, per una miscela che trova numerosi punti di contatto con il lavoro di band ormai mainstream come (vecchi) Amon Amarth ed Heaven Shall Burn, dai quali riprendono soprattutto il carattere arrembante.
Questa volta, la tracklist dell’album si sviluppa lungo dodici tracce, per un totale di cinquanta minuti di musica, seguendo una struttura che ricalca piuttosto fedelmente quella del debutto. Anche qui troviamo la combinazione di midtempo particolarmente tetri, in cui il severo declamare delle strofe in tedesco crea atmosfere inquietanti – vedi l’ossessivo biglietto da visita di “Menschenmühle”, primo vero brano del disco – e pezzi più agili e aggressivi, che riescono a bilanciare tensione drammatica e una certa orecchiabilità (qui da segnalare la subito contagiosa “Lviv zu Lemberg”).
Da qualche tempo, il gruppo ha poi iniziato a esibirsi dal vivo e le recenti esperienze sul palco sembrano avere dettato, almeno a tratti, un’impronta più corposa e lineare in certi episodi: “Sturmtrupp” e “Panzerhenker”, in particolare, sembrano essere stati confezionati con in mente la dimensione live e la reazione del pubblico, soprattutto se si guarda ai possenti riff portanti, non così lontani da certe cose degli autori del classico “Whatever it May Take”. Parlando nuovamente di Heaven Shall Burn, uno dei momenti salienti dell’album è sicuramente “Waffenbrüder”, dove la presenza di Maik Weichert, chitarrista e leader della band melodic death/metalcore teutonica, aggiunge un ulteriore strato di colore ed euforia a una cavalcata già di per sé coinvolgente.
Ad ogni modo, nonostante l’energia e la potenza che caratterizzano buona parte delle tracce, l’album si conclude con una minimale ballad acustica, “Als die Waffen kamen”, la quale finisce presto per rappresentare un gradito momento di delicata introspezione. Qui, l’armamentario metal viene messo da parte in favore di una flebile chitarra acustica e di una struggente voce pulita, in un finale che, esattamente come accaduto sul primo full-length, lascia l’ascoltatore con una sensazione di malinconia e riflessione.
Dal punto di vista stilistico, “Die Urkatastrophe” non introduce insomma chissà quali elementi rivoluzionari rispetto a quanto già proposto sin qui dalla band, ma questo per il momento non rappresenta un difetto. Al contrario, la coerenza musicale e concettuale del progetto contribuisce a consolidare l’identità della formazione, che ha saputo ritagliarsi una propria nicchia all’interno di un genere spesso inflazionato. A oggi, l’uso puntuale di sample storici, l’iconografia immediatamente riconoscibile e il focus tematico sulla Prima Guerra Mondiale conferiscono ai Kanonenfieber una specificità che li distingue dalla massa, in un panorama melodic death/black metal che da qualche tempo di rado offre spunti degni di nota, soprattutto tra le nuove leve.
Siamo dunque al cospetto di un passo sicuro nel percorso dei Kanonenfieber: pur senza stravolgere le coordinate già esplorate, Noise riesce a offrire un’esperienza musicale coinvolgente, capace di trasportare l’ascoltatore nel cuore della tragedia della Grande Guerra.
Un ascolto obbligato per chi ha apprezzato i capitoli precedenti e per tutti coloro che cercano un melodic death metal ben strutturato, con una forte identità tematica e stilistica.