7.5
- Band: KARNAK
- Durata: 00:40:00
- Disponibile dal: /09/2010
- Etichetta:
- Casket Music
- Distributore: Audioglobe
Suggestivo e visionario, il death metal degli italianissimi Karnak. “Dismemberment” è la prima uscita del quartetto veneto per l’etichetta inglese Casket e ci presenta una formazione di certo non alle prime armi. Il gruppo è infatti attivo dal 1997 e in tutti questi anni di gavetta raramente se ne è stato con le mani in mano, dando alle stampe diversi lavori tra full ed EP e plasmando a poco a poco un sound che oggi ostenta sicurezza e autorità. Numerose le tracce incluse in questo “Dismemberment”, tuttavia solo circa la metà di esse si rivelano brani veri e propri: le restanti sono infatti degli intermezzi strumentali a base di tastiere e sample, che collegano e raggruppano le vere canzoni in un unico magma. In verità, non sempre abbiamo trovato tali segmenti particolarmente efficaci o funzionali, tuttavia la qualità del materiale “suonato” ci ha ben presto fatto sorvolare quasi sempre sulla loro debolezza. Il disco, infatti, contiene diverse piccole perle di death metal tecnico e corrosivo, che alternano tipiche “botte” in uptempo a sezioni ben più moderne e “meccaniche”, nelle quali il drumming allestisce dinamici tappeti di doppia cassa e pattern semi-robotici che si sposano egregiamente con il la severità delle chitarre e il mood malato che traspira dalle linee vocali. Difficile inquadrare alla perfezione la proposta della band, perchè si sente che i nostri sono partiti da basi old school e hanno con il tempo inglobato influenze più estreme e attuali. Tuttavia, idealmente i Karnak possono essere accostati a realtà come Gorguts, Meshuggah e Decapitated: proprio come questi ultimi, la band ha saputo creare un universo sonoro intenso e profondo, che sposa assai bene un’atmosfera cupa e pura brutalità. Tante buone idee che riescono subito a imprimersi nella mente dell’ascoltatore grazie anche all’ottima produzione dei Fear Studios (The Modern Age Slavery, Gory Blister), che in particolare esalta a dismisura la solidità del lavoro di batteria e del riffing. Per un motivo o per un altro, i Karnak sino a oggi sono sempre rimasti nell’underground, però ora ci si augura che “Dismemberment” possa portarli all’attenzione di molti più appassionati: come accennato, qualcosina poteva essere regolata meglio, ma nel complesso il disco è di livello decisamente internazionale.