7.5
- Band: KATALEPSY
- Durata: 00:40:06
- Disponibile dal: 05/27/2016
- Etichetta:
- Unique Leader
- Distributore: Audioglobe
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L’anello di congiunzione tra l’approccio ultratecnico di Origin e Suffocation e il groove schiacciasassi di Despised Icon e Dying Fetus? A fronte dell’ascolto di questo “Gravenous Hour”, seconda prova sulla lunga distanza dei russi Katalepsy, un simile quesito sorge in maniera del tutto spontanea. Undici brani che colpiscono per la loro efficacia e, al tempo stesso, per la cura riposta nei suoni e nell’interpretazione strumentale, sempre in bilico fra tecnica e ignoranza, fra evoluzioni al limite del funambolico e tremende manate in faccia. Una miscela dal carattere esplosivo già saggiata sul notevole debutto “Autopsychosis”, e che qui – complice una maggiore esperienza in sede di songwriting – viene approfondita e messa definitivamente a punto, per un risultato complessivo che polverizza tre quarti della cosiddetta frangia ‘brutal’/slam mondiale e spedisce i pochi superstiti nel reparto di traumatologia dietro casa. La chiave del successo di “Gravenous…” risponde al nome di equilibrio: equilibrio nella gestione delle parti più frenetiche e convulse, durante le quali il guitar work si fa serratissimo e la sezione ritmica svetta per il suo estro incredibile (basti sentire la performance dietro le pelli di Evgeny Novikov), equilibrio nell’uso dei rallentamenti e dei tanto famigerati breakdown, innescati con precisione chirurgica per un effetto da demolizione totale verso cui è inutile opporre resistenza. D’altronde, quando alla base della tracklist troviamo riff ispiratissimi come quelli di una “To the Lords of Nihil”, di una “The Long Bright Darkness” o di una “After Omega”, in cui il mondo hardcore più tamarro e massiccio incontra l’inventiva e il dinamismo della scuola US death metal, non c’è da meravigliarsi se l’esperienza dell’ascolto finisce per somigliare a quella di un combattimento sul ring, con la band di Mosca nei panni del campione di pesi massimi intento a massacrarci e a ridurci in poltiglia. Le recenti conferme al Party.San e al Netherlands Deathfest non sono altro che la conferma alle nostre parole: i Katalepsy hanno appena compiuto il grande salto, i ‘big’ citati in apertura farebbero bene a guardarsi le spalle.