KATATONIA – City Burials

Pubblicato il 20/04/2020 da
voto
7.5
  • Band: KATATONIA
  • Durata: 00:48:33
  • Disponibile dal: 24/04/2020
  • Etichetta:
  • Peaceville
  • Distributore: Audioglobe

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Si ascolta il singolo “Behind the Blood” e si pensa che forse nel cielo plumbeo dei Katatonia si è aperto qualche squarcio che potrebbe lasciare intravedere alcuni insoliti raggi di luce. Gli influssi classic metal, la ricerca di un ritmo, di una spinta insolitamente vivace, il riavvolgere il nastro della memoria ed esternare l’affetto per le proprie origini di ascoltatori di musica paiono essere gli elementi centrali di una canzone tutto sommato spiazzante, che nel suo incedere ha certamente più punti in comune con Judas Priest o persino Scorpions che con l’amaro dark metal a cui il gruppo svedese ci ha da lungo tempo abituati. Si tratta però di una parentesi: i Katatonia, dopo l’abbuffata prog di “The Fall of Hearts” non hanno fatto marcia indietro a tal punto da finire con il rielaborare solo ciò che ascoltavano da ragazzini. “City Burials” spazia più che mai, tocca vari registri e sonorità per rivelarsi un album in bilico fra le solite atmosfere care alla band, come il dolore per una perdita irreparabile, e la speranza e la serenità che si possono aprire anche nei momenti più bui. Con questo lotto di brani, Jonas Renkse, unico compositore del disco, passa in rassegna quasi tutte le sue passioni in ambito musicale. Certo, manca il death metal (per quello ci sono i Bloodbath), ma è evidente come, passando da un episodio come il succitato “Behind the Blood” all’onirico alone electro di “Lacquer”, il musicista svedese questa volta non si sia posto limiti nel dare sfogo alla propria creatività. L’inquieta indole progressive di “Heart Set to Divide”, reminiscente della vena del precedente album, introduce il lavoro, ma, come già accennato, non si tratta di una chiara anteprima di ciò che sta per arrivare. “City Burials” non aderisce mai pienamente ad alcuna formula, affidando il suo sviluppo ad una serie di canzoni che si muovono libere, accumunate sì dalla solita voce suadente di Renkse, ma tutte caratterizzate da uno svolgimento distinto e dal sempre misurato interplay tra base strumentale e voce. Ad esempio, gli arrangiamenti electro dell’ospite Frank Default – tornato a collaborare con il gruppo dopo le proficue esperienze su “Night is the New Day” e “Dead End Kings” – colorano la breve e ritmata “The Winter of Our Passing”, mentre gli interventi della cantante Anni Bernhard muovono gli orditi della soave “Vanishers”, un susseguirsi di ingialliti flashback che rimandano piacevolmente ad una “The One You Are Looking For Is Not Here”, pur in un ambito ancora più soft. Non tutte le tracce emergono immediatamente o si dimostrano clamorose, ma, dopo varie e attente fruizioni, “City Burials” riesce comunque a farsi largo nella psiche dell’ascoltatore, imponendosi come una sorta di profondo inventario esistenziale di Jonas Renkse, navigato artista che, in questa sede, fra miraggi di libertà, esperimenti insoliti e tranquillizzanti ricorsi a certi punti fermi del Katatonia-sound, riesce a dispensare la solita sincera alchimia emozionale, confezionando un altro album tutto da scoprire.

TRACKLIST

  1. Heart Set To Divide
  2. Behind The Blood
  3. Lacquer
  4. Rein
  5. The Winter Of Our Passing
  6. Vanishers
  7. City Glaciers
  8. Flicker
  9. Lachesis
  10. Neon Epitaph
  11. Untrodden
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