7.5
- Band: KATATONIA
- Durata: 00:48:47
- Disponibile dal: 27/08/2012
- Etichetta:
- Peaceville
- Distributore: Audioglobe
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Nei loro vent’anni di attività, i Katatonia hanno esplorato vasti territori sonori: da tetri paesaggi black-doom metal ad arie alternative, da soluzioni semi-acustiche, fino al pop più obliquo. Da una manciata di album a questa parte, la formula del quintetto svedese ha però preso una piega maggiormente stabile e coerente, assestandosi su un dark rock/metal perennemente in bilico tra groove e malinconia, in cui sempre più evidenti sono gli influssi di Tool e A Perfect Circle da una parte e di certo folk/progressive rock e cantautorato dall’altro. Per chi ha ascoltato a fondo dischi come “Viva Emptiness”, “The Great Cold Distance” e “Night Is The New Day”, il nuovo “Dead End Kings” potrà quindi forse risultare poco spiazzante; in questo caso, infatti, i Katatonia – coadiuvati di nuovo dal fido produttore David Castillo e dall’ormai fondamentale tastierista e arrangiatore Frank Default – hanno optato per una nuova rilettura delle succitate sonorità, senza strafare, concedendosi giusto un ulteriore approfondimento di quelle arie incantate di matrice prog o persino alt-country che negli ultimi anni hanno contato innumerevoli esempi nel loro repertorio. Il risultato è un lavoro che per larga parte procede su binari tranquilli, all’insegna di numerosi brani in mid o down-tempo, dalla struttura tutto sommato semplice, ma dagli arrangiamenti e dall’afflato atmosferico estremamente sviluppati, nei quali si mescola ed agisce una strumentazione mai così varia prima d’ora, dove archi, elettronica, piano e organo fanno da contorno all’immancabile triade chitarra-basso-batteria. Quest’ultima non colpisce granchè per varietà o audacia, ma ha ancora una volta il pregio di mettersi al servizio della canzone quasi sempre nel modo più opportuno, andando a toccare le corde giuste e componendo quella che è ormai la base musicale più funzionale per accogliere le cantilene di Jonas Renkse, oggi totalmente devoto a un pulito trasognato in grado di rabbonire anche quei (pochi) passaggi ritmicamente più aspri (“Buildings”, “Dead Letters”). Undici brani, riaffiorano qua e là similitudini anche marcate con alcune “hit” del recente passato, ma “Dead End Kings” procede comunque in maniera sciolta, azzeccando anche l'”ospitata” di Silje Wergeland (cantante dei The Gathering) nella delicata “The One You Are Looking for is Not Here”. Un lavoro nel complesso intenso, dalla grana fine, soffusa e avvolgente, dal quale ci si fa volentieri avvolgere. Guai a parlare di sorprese o vere novità, ma i Katatonia nel 2012 si offrono nuovamente all’ascolto con una notevole capacità di coinvolgere.