voto
9.0
9.0
- Band: KATATONIA
- Durata: 00:50:39
- Disponibile dal: /04/2001
- Etichetta:
- Peaceville
- Distributore: Halidon
Streaming non ancora disponibile
Basta già l’immagine in copertina – un bagno lurido e desolato – a spiegare il mood del quinto album dei Katatonia. Un lavoro inquieto e meditativo, ideale colonna sonora per i vostri momenti più bui e malinconici. Dopo il buon successo (almeno nel circuito underground) di "Tonight’s Decision", le aspettative sono alte per questa nuova opera e, per fortuna, "Last Fair Deal Gone Down" comincia nel migliore dei modi, mettendo per un attimo da parte le soluzioni che sino a oggi hanno reso famoso il sound della dark metal/rock band svedese e consegnandoci un pezzo fresco e avvincente, che immediatamente stupisce per ricerca in sede di arrangiamento e naturalezza nell’approccio. Non solo, quindi, quell’ormai classico riffing "a cascata" che il gruppo continua a rielaborare dai tempi di "Brave Murder Day": "Dispossession" è intensa, ma anche delicata e a tratti alfiera di toni da ballata, sui quali spicca un lavoro di tastiera tanto sottile quanto incisivo. E se la successiva "Chrome" ha dalla sua un lavoro chitarristico un po’ più tipico per i nostri, "We Must Bury You" stupisce di nuovo per il suo piglio ultra minimale e per i freddissimi inserti electro, che non fanno altro che amplificare il disagio narrato nell’atroce testo. I singoli "Teargas" e "Tonight’s Music" – inframezzati dalla pesante "I Transpire" – mettono invece in mostra la vena più poetica e al tempo stesso catchy dei Katatonia, con delle melodie da lacrime che vengono prima sorrette da una sezione ritmica a tratti anche molto incalzante e poi arricchite da inserti di chitarra acustica che ricordano anche certe formazioni art-pop come i Red House Painters. Magistrale in questi episodi la performance dietro al microfono di Jonas Renkse, un tempo cantante semi-improvvisato, ma oggi sempre più a suo agio nel nuovo ruolo, tanto che le sua voce, limpida e sentitissima, è ormai diventata un marchio di fabbrica tanto quanto il particolare riffing di chitarra di Anders Nystrom. Anche nella seconda parte della tracklist non si ravvisa nemmeno un calo di tensione, tuttavia fra le varie composizioni – che qui prendono spesso una piega più composta e "notturna" – è d’obbligo menzionare "The Future Of Speech", flusso ininterrotto di emozioni nel quale il lirismo di The Smiths e The Cure si sposa con l’indole metal dei nostri, per un risultato finale stupefacente per passione e intensità. Cresciuti in maniera esponenziale sia come songwriter che come musicisti nell’arco di soli due anni, gli svedesi in questa occasione riescono a mettere sul piatto una sensibilità rarissima abbinata a una inattesa perizia tecnica, per un disco vario e complesso, che riesce a convincere ed emozionare dalla prima all’ultima nota. Forse la Peaceville esagera un po’ nel definirlo il miglior lavoro in assoluto del proprio catalogo, ma di certo "Last Fair Deal Gone Down" è a oggi uno degli episodi più brillanti (si fa per dire…) della discografia dei Katatonia.