KATATONIA – Sky Void of Stars

Pubblicato il 14/01/2023 da
voto
7.5
  • Band: KATATONIA
  • Durata: 00:45:47
  • Disponibile dal: 20/01/2023
  • Etichetta:
  • Napalm Records

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Chi non conosce Jonas Renkse? Crediamo pochi, tra coloro che visitano abitualmente queste pagine e hanno una visione completa del panorama metal degli ultimi decenni. Perché Jonas Renkse vuol dire Katatonia, ormai da diversi album diventati una delle band più seguite e influenti in ambito dark e modern progressive metal, a dispetto di un paio di brusche pause e di altrettanto nette evoluzioni a livello sonoro. A distanza di poco più di due anni da “City Burials”, disco uscito in piena pandemia, il gruppo svedese torna con un’altra opera interamente composta dal proprio frontman, secondo un copione che i fan stanno ormai imparando a conoscere bene, visto che è ormai da tempo che Renkse ha preso completo possesso della direzione stilistica della formazione, lasciando ai suoi compagni – compreso l’altro membro fondatore Anders Nyström – il ruolo di semplici esecutori.
Siamo con questo “Sky Void of Stars” al dodicesimo full-length per il gruppo, ennesima tappa di un percorso che, come accennato, è stato piuttosto accidentato, ma che di certo non ha fatto mancare grandi soddisfazioni al quintetto, il quale oggi può certamente dirsi all’apice della propria popolarità. Ascoltando il disco, ci si può in effetti domandare se vedere i Katatonia come quella band timida, dal suono mesto e malinconico, abbia ancora molto senso. Già alcuni episodi particolarmente briosi di “City Burials” avevano minato alla base questa un tempo assodata percezione, ma è il nuovo lavoro a svelare più che mai una insolita euforia. Sin dagli ormai lontanissimi esordi black/doom, l’attività musicale dei Katatonia ha dato l’impressione di essere qualcosa di simile ad una terapia psicologica, con opere che hanno sempre messo a nudo la personalità e i demoni degli autori, quasi ad esorcizzarli. O, forse, per venire in qualche modo a patti con essi. Ora, però, Renkse non è evidentemente più così depresso: se “Behind the Blood”, tra i singoli apripista del precedente album, aveva addirittura messo in mostra influssi classic metal, il nuovo capitolo replica con gli sfavillanti rivoli prog e opethiani di “Austerity” e con la vivacità di “Colossal Shade” e “Birds”, tracce ritmate ed effervescenti, in cui un mood ‘positivo’ non è poi chissà quale miraggio. “Sky…” non sarebbe tuttavia un vero nuovo album dei Katatonia (più recenti) senza un minimo di varietà a livello ritmico e strutturale: le lievi sgranature, i sottofondi atmosferici, le tessiture elettroniche, i sussurri o gli inserti di suoni ambientali che di volta in volta affrescano ambientazioni e paesaggi ipnagogici differenti sono ancora qui, anche se magari maggiormente diluiti in una tracklist che presenta più nerbo rispetto a quella di “City Burials”. Ad esempio, un pezzo come “Opaline” fonde una forte orecchiabilità nelle strofe e nel ritornello con un break centrale in cui il gruppo rispolvera la sua tipica anima torbida e riflessiva, mentre in “Author” si rivede quel groove avvolto di tonalità notturne marchio di fabbrica dai tempi di “Viva Emptiness”.
La componente più originale del disco risiede nella commistione nel relativo contrasto tra questa più pronunciata tensione nella sezione ritmica e i consueti toni morbidi, raffinati e talvolta decadenti della voce di Renkse. Tutto si colloca e si posa tra le pieghe di una realtà patinata dove le visioni si alternano tra giochi di ombre e vispi bagliori di luce. Come era stato per “City Burials”, non sono molte le tracce a colpire immediatamente, ma l’esperienza si fa più gratificante con il passare degli ascolti, confermando le doti di songwriter di Renkse e l’ormai notevole mestiere dei suoi soci. Certo, chi dai Katatonia è solito pretendere un’atmosfera ben definita, tendente al malessere e alla malinconia, probabilmente non riuscirà a entrare sempre in piena sintonia con questo materiale degli svedesi; per tutti gli altri, “Sky Void of Stars” potrà invece rappresentare un altro solido passo in un percorso artistico che non ha la minima intenzione di farsi condizionare da aspettative e pressioni esterne.

TRACKLIST

  1. Austerity
  2. Colossal Shade
  3. Opaline
  4. Birds
  5. Drab Moon
  6. Author
  7. Impermanence
  8. Sclera
  9. Atrium
  10. No Beacon To Illuminate Our Fall
  11. Absconder (Bonus track)
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