6.5
- Band: KAYSER
- Durata: 00:47:03
- Disponibile dal: 17/02/2014
- Etichetta:
- Listenable Records
- Distributore: Audioglobe
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Dopo quasi otto anni dalla pubblicazione del piacevole “Frame The World… Hang It On The Wall” tornano finalmente a farsi vivi i Kayser, agguerrito combo svedese che vanta tra le sue fila Christian “Spice” Sjöstrand, ex frontman dei ben più famosi conterranei Spritual Beggars. Tale lasso di tempo può rivelarsi una pericolosa arma a doppio taglio per chiunque non possa vantare uno zoccolo duro di fan estremamente pazienti e devoti al proprio verbo. Certo, questi baldi giovani hanno avuto la preziosa occasione di andare in tour con Ektomorf e Volbeat, ma ciò non è stato sufficiente a conquistare l’entusiasmo di una platea più ampia. Migrati dalla nostrana Scarlet alla francese Listenable, i Kayser mantengono pressoché intatto lo stile irruento e ruspante che ne ha contraddistinto il sound nei due precedenti studio album. Artefici di una miscela sufficientemente credibile e potente, che dinamizza il possente riff portante dei Black Sabbath con velenosi incastri ‘thrashy’ di scuola Megadeth (periodo “Countdown to Extinction”/”Youthanasia”), i Nostri anche in questa occasione falliscono l’obiettivo di comporre un disco seriamente capace di elevarsi al di sopra della media. “Read Your Enemy” appare un lavoro formalmente impeccabile, avvolto da una produzione curata e professionale, purtroppo vana nel nascondere l’incapacità del collettivo scandinavo di toccare brillanti vette espressive. Il nostro sguardo viene inevitabilmente catturato dal meraviglioso artwork raffigurante una neanche tanto velata condanna nei confronti del fondamentalismo religioso. Queste attuali tematiche scottanti vengono trattate con dovuta cognizione di causa nei dodici brani, che si divincolano agevolmente tra il canonico riffing circolare che costituisce la titanica ossatura di “Almost Home” a martellanti bordate (non sempre efficaci) che mirano a non lasciare prigionieri di guerra. Episodi come “Carve The Stone” e “He Knows Your Secrets” potrebbero provenire dal calamaio stinto di Mustaine e soci; mentre la caustica “Bring Out The Clown” si avventura con un pizzico di gradita spavalderia in angusti territori thrash/death, uscendone peraltro senza troppi danni sulla carrozzeria. Chiunque abbia voglia di spezzarsi il collo a furia di fare headbanging avrà di che godere con “Dreams Bent Clockwise”, “Forever In Doubts” e la title track, meritevoli di andare dritte al sodo grazie ad una struttura portante pressoché indistruttibile. Il resto della tracklist scorre via senza lasciare una significativa traccia, nonostante vanti una prestazione canora complessivamente superba, a cura di uno strabordante “Spice”. Quest’ultimo riesce con invidiabile bravura ad inerpicarsi su differenti tonalità mantenendo un approccio di base caldo e passionale, legato indissolubilmente al verace hard rock dei Seventies. Tale virtù lo candida all’unanimità come autentico valore aggiunto di un gruppo composto soltanto da passionali e onesti mestieranti. Sinceramente, dopo questa lunga attesa ci aspettavamo qualcosa in più…