6.5
- Band: KHANATE
- Durata: 01:01:13
- Disponibile dal: 30/06/2023
- Etichetta:
- Sacred Bones Records
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Quattordici anni di assenza, solo tre dischi pubblicati in precedenza, di cui il primo quando ancora il concetto stesso di drone music era un’etichetta senza quasi riferimenti; fatte salve alcune uscite nell’estremo underground, certi dischi degli Earth e, ovviamente, l’osannatissimo esordio dei Sunn O))). Con, guarda caso, lo stesso O’Malley a occuparsi delle peggio nefandezze sulle sei corde. Beh, tutto questo per dire che se vi eravate scordati dei Khanate, o l’idea di un loro ritorno vi preoccupava un po’, potete (non) dormire sonni sereni e farvi dilaniare i timpani anche da “To Be Cruel”, magari senza sperare nel miracolo, ecco.
Con un titolo che sembra parafrasare in chiave perversa un recente disco degli Swans, e restiamo così in tema di serenità e musica di sottofondo, i quattro terroristi – sempre loro, a testimonianza di un ritorno nato per pura volontà di divertimento – ci offrono anche a questo giro la solita ora di disperazione e acufeni, declinati in soli tre brani. Ci vogliono cinque minuti di strappi, feedback e puro dolore prima che compaia la voce lancinante di Alan Dubin a portare disagio e disperazione su lidi quasi sludge, mentre i ritmi rallentano al limite del vuoto pneumatico. La batteria si dilata in maniera parossistica, le chitarre fanno capolino in forma di puro rumore, mentre la linea vocale diventa sempre più feroce e disarmante. Il progressivo rallentamento è forse l’unica differenza tra i tre brani, al punto che nella title-track anche il cantato si fa leggermente salmodiante, più cupo che straziante.
L’impatto emotivo e sonoro è insomma quello che ci si poteva aspettare, con però un forte elemento a sfavore: nel tempo intercorso dall’ultimo disco, ma a ben vedere dalla loro comparsa sulle scene, questo sound è diventato patrimonio ‘comune’, e la produzione al limite della performance dei Khanate ha trovato degni epigoni; quindi un album che ripropone correttamente, ma senza lampi di novità, la formula già sentita è un po’ poco per rendere memorabile questo comeback.