8.0
- Band: KILLSWITCH ENGAGE
- Durata: 00:42:36
- Disponibile dal: 01/03/2005
- Etichetta:
- Roadrunner Records
- Distributore: Universal
Spotify:
Apple Music non ancora disponibile
Per capire l’importanza intrinseca di certe band è sufficiente notarequante volte il nome viene citato in recensioni o articoli di genere.Se poi lo stesso gruppo è a volte menzionato, più o meno a ragione,come precursore del movimento attualmente più seguito a livello globalein ambito heavy (è lecito concepirlo anche come il più commerciale emodaiolo, dipende dai punti di vista) è quasi obbligatorio buttarel’orecchio al suono di cui la band è artefice, anche semplicemente alivello cognitivo. Se i Killswitch Engage si fossero fermati alla primagrossa difficoltà dopo il debutto eccellente (omonimo) e ilpassaggio su RoadRunner (l’incensato “Alive Or Just Breathing”)non avremmo tra le mani l’uscita più infuocata del 2004, a modestoparere di chi scrive. La perdita del frontman è stata più di una voltaun’accetta in grado di decapitare moltissime band promettenti, o nellemigliori ipotesi di mutilarle: Jesse Leach non resse alle pressioni diun album elogiato in tutto il mondo e la band capitanata dal genialechitarrista Adam Dutkiewicz non cedette alla facile opzione delloscioglimento, trovando un rimpiazzo telmente esaustivo da fardichiarare ai fan le oramai famose parole “Jesse who?”. Howard Jones èinaudito a livello vocale e, oltre ad avere una timbrica oltremodosimile al compianto (per poco) dipartito, ha un impatto che definiredevastante è riduttivo in sede live, in grado di combinare growl dipotenza ferina inimmaginabile a chorus melodici caldi e coinvolgenti.Il riffing è sempre sopra la media, e non smentisce le capacitàelogiate dai più, così come il livello tecnico-compositivo si dimostraeccellente il lavoro di tutta la band, con break assassini e fraseggimolto più “svedesi” rispetto ai capitoli antecedenti. “The End OfEartache” conquista alla lontana, è maggiormente melodico e regolare alivello di architetture, ma assolutamente lontano dalla banalità,riuscendo a crescere costantemente ad ogni ascolto. La riedizioneproposta dalla casa discografica rende il piatto ancora più succulentocon un secondo cd contenente “Irreversal” (dal debutto), “My Life isyours” e una manciata di live track, a dire il vero ritoccate con manopesante ma parecchio esaltanti per la prestazione sincera deltrascinatore Howard Jones, oltre al video per “My Last Serenade” e unmini documentario sulla realizzazione dell’album. La cover èimpreziosita da un cartonato con un nuovo artwork davvero notevole. Conqueste aggiunte non è plausibile farselo scappare.