7.0
- Band: KINETIC
- Durata: 00:14:34
- Disponibile dal: 01/01/2004
- Distributore: Atlantida
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Metalitalia.com cerca sempre di dare il massimo supporto alle realtà emergenti italiane, ma non disdegna certo di dare un’occhiata di tanto in tanto a quel che succede oltre confine. Stavolta tocca alla thrash band metal greca dei Kinetic, gruppo promosso dalla lituana Atlantida Records, ormai quasi un partner internazionale per questo portale. Il quartetto in questione, seppur all’esordio con questo breve “Kinetic”, è formato al suo interno da gente che in patria ha già fatto la gavetta; i membri dei Kinetic infatti hanno già militato in passato con band quali Acid Bath e Brain Fade. Il cd si presenta subito in modo professionale con un buon layout molto futurista ed una registrazione professionale. Tutti gli strumenti hanno il loro spazio e sono presenti con dei suoni più che dignitosi, forse l’unica piccola lacuna è la mancanza di aggressività che è presente in tale registrazione, un fatto che però riguarda solo i suoni, mentre non è certo la musica a mancare d’incisività. I Kinetic sono principalmente una thrash metal band, ma avendo parecchie influenze death riesce a togliersi subito di dosso la pericolosa etichetta di gruppo clone dei vari Kreator o Exodus di turno. Il mescolio, non originalissimo, è fondato più su passaggi tecnici supportati da ritmiche pesanti e marcianti, ma la velocità non è mai troppa e a lungo andare forse se ne sente la mancanza. Non accade questo nella bella conclusiva “Never Ending Winter”, abbastanza melodica e quasi vicina a sonorità nord europee. In alcuni punti, specie nella seconda traccia, “Hate-master / Holy Instinct”, ci vorrebbe una ripartenza decisa ogni tanto, ma la batteria oltre ad una spedita doppia cassa non prova ad osare. Il secondo brano è forse quello più scontato e non possiede né le melodie del brano conclusivo, né tanto meno la dinamicità dell’opener “The Realms Of Nightmare”. In definitiva un più che discreto esordio da parte di un gruppo che dovrà sudare parecchio per emergere nella giungla sempre più fitta del thrash internazionale. I primi passi però sono quelli giusti.