KING 810 – Ak Concerto No. 47, 11th Movement In G Major

Pubblicato il 26/11/2020 da
voto
7.5
  • Band: KING 810
  • Durata: 00:43:12
  • Disponibile dal: 13/11/2020

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Da quando ha tagliato i ponti con Roadrunner, David Gunn si è scatenato in uscite soliste (ben cinque per il suo alter ego hip-hop Yavid) portando ovviamente avanti i King 810 assieme al socio Eugene Gill, unico superstite della formazione del capolavoro “Memoirs Of A Murderer”. “AK Concerto No .47, 11th Movement in G Major” è il secondo disco dei King come duo, rilasciato in maniera indipendente seguendo la visione artistica del brand, che prevede un preciso focus su attitudine e contenuti senza farsi troppi problemi a spaziare musicalmente. Gunn non ha più niente da dimostrare riguardo a capacità musicali e abilità da paroliere, quindi “AK Concerto” si butta, cambiando pelle, nella versione dei King più triviale e diretta di sempre, dedita a rap metal (“Red Queen”, “I Am The Enemy”) nu-metal (“Ak. Concerto N.47”, “Hellhounds”) e industrial (“Suicide Machines”, “2a”), senza creare confini netti tra generi all’interno della stessa canzone nè tagliare i ponti col passato stravolgendo il proprio stile. La miscela personale tra rap, spoken word e slam poetry di Gunn è più volgare del solito, e chi si sconvolge a sentire barre come “My bitch got an ass like the moon” è ovvio che non conosce le potenzialità della sua poetica in certi casi volutamente ‘bassa’, in questo disco segnata anche da una peformance estremamente teatrale e carica. Per chi ama il lato più introspettivo e personale ci sono comunque “Da Vinci Hands Pinocchio Nose”, “Dukes” e “House Of Dust” a toccare nervi scoperti e infilare il dito nella piaga in tracce a loro modo memorabili. Dall’abbandono del chitarrista Andrew Beal è il producer Josh Schroeder ad aiutare Gunn con le chitarre, con un sodalizio che si dimostra sempre più fluido e rodato, forse meno orientato a riff e groove ma in generale più omogeneo e rotondo, che accontenta chi vuole i King più strettamente heavy. Ancora una volta quando i King ci trascinano nelle strade di Flint il racconto dei sopravvissuti è livido, vivido ed entusiasmante.

TRACKLIST

  1. AK Concerto NO. 47
  2. Red Queen
  3. I Am the Enemy
  4. Hellhounds
  5. Love Under Will
  6. Da Vinci Hands Pinocchio Nose
  7. Dukes
  8. House of Dust
  9. Love Bomb
  10. Suicide Machines
  11. 2a
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