7.5
- Band: KING 810
- Durata: 00.20.01
- Disponibile dal: 13/05/2014
- Etichetta:
- Roadrunner Records
- Distributore: Warner Bros
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“I supporter sforano di una buona mezz’ora, e quando il tecnico cerca di staccare la spina viene minacciato con una mazza da baseball. Altre mazze tra la folla, assieme a rasoi da barbiere e latte di cherosene, usate per dar fuoco ad oggetti e per creare rudimentali fuochi pirotecnici. L’ambiente è rabbioso e ostile, anche il gestore del locale viene aggredito. A causa dei fumi del cherosene e delle ripetute risse il concerto deve essere interrotto. Gli headliner non si esibiranno” (link).
Flint 810, Michigan. Soprannome: Murder Town. I King 810 crescono e si incattiviscono nel degrado urbano più disgustoso, quello da cui i perbenisti voltano lo sguardo. La band riesce comunque a farsi notare con il primo full length “Midwest Monsters”, che giunge alle orecchie di Robb Flynn direttamente dal passaparola dei fan: “sono degli stronzi, ma la loro musica spacca”. I tre pezzi di “proem” possono essere definiti come un mix dei primi Korn e Machine Head, tre mid tempo deflagranti e scottanti. Lo storytelling di David Gunn (una sorta di 50 Cent bianco, sopravvissuto a ferite multiple da arma da fuoco) è spaventosamente livido, crudo, evocativo e vicinissimo al gangsta rap, la controparte musicale è pesantissima, spesso sinistra e minimale ma mai ripetitiva. “Urban reality ungodly brutality” calza a pennello per il combo dalla lama facile, che accende l’hype con questi brani tesissimi e sofferti, un vero e proprio sguardo nell’abisso di quella criminalità spiccia e ignobile, figlia di tossicodipendenza, disperazione e povertà. Se “Desperate Lovers” è il pezzo più canonico “Killem All” e “Fat Around the Heart” fanno salire un brivido lungo la schiena, tanto quanto il terrificante e spietato spoken word finale. Se le premesse verranno mantenute saremo davanti a un debutto davvero notevole.
A real has arrived the people no longer need you.