8.0
- Band: KING DUDE
- Durata: 00:45:00
- Disponibile dal: 24/08/2018
- Etichetta:
- Ván Records
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King Dude è tornato. E anche stavolta ha portato con sé un lavoro di fattura non meno che ottima, visto che fare un disco brutto è qualcosa di cui il cantautore americano (creatura mitologica metà parroco, metà Bukowski) sembra non essere proprio capace.
Con “Music To Make War To”, TJ Cowgill scrive una sorta di fenomenologia in musica della tendenza umana al conflitto, folle e distruttivo, ma anche terapeutico, perfino catartico. Il linguaggio è quello di sempre, ma il lessico è nuovo, fresco e convincente. Tra le consuete cortine di fumo, “Music To Make War To” lascia intravvedere sprazzi di una cupa, inquietante leggerezza; e se da un lato compendia tutto quello che sappiamo del Re, dall’altro ce lo mostra da una prospettiva per molti versi rinnovata.
Pur fedele ad alcune costanti del suo songwriting, Cowgill sembra essersi voluto tenere, stavolta, più vicino all’ultimo Nick Cave che a Johnny Cash; più nell’area della new wave e di un certo blues apocalittico, che sul campo rock/folk sul quale lo abbiamo visto giocare – e andare immancabilmente a segno – in passato. Ma non solo. Cowgill declina infatti la sua cifra compositiva in un sorprendente carosello dark: se “Time To Go To War” e “Twin Brother Of Jesus” sono sensibilmente imparentate con Cave, “The Castle” lambisce le sponde dell’alternative; Dude è un crooner infernale su “Good And Bad”, con il sax e la voce di Josephine Olivia ad aumentare il carico di torbida sensualità, ma si riscopre rocker malinconico di ispirazione goth-ottantiana su “Dead On The Chorus” e “I Don’t Write Love Songs Anymore”. Insomma, si fa presto a dire “neo folk”.
Certo, “Music To Make War To” potrebbe aprire un capitolo più radio-friendly della produzione di King Dude, in cui la sua verve luciferina potrebbe mostrare un volto quasi amichevole. Ciò non toglie che si tratti di un disco eccellente, che conferma non solo la capacità di Cowgill di scrivere grandi canzoni, ma anche il suo talento nel reinventarsi e cambiare pelle pur restando sempre la stessa, vecchia volpe.