6.5
- Band: KINGDOM COME
- Durata: 01:02:40
- Disponibile dal: 12/11/2006
- Etichetta:
- Frontiers
- Distributore: Frontiers
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Non si arrende Lenny Wolf, unico membro rimasto dei Kingdom Come, che ritorna sulle scene – dopo un paio di lavori francamente inutili, “Perpetual” (2004) e “Indipendent” (2002) – con un nuovo album, suonato, registrato e prodotto interamente da lui. Chi ha un certa familiarità con l’opera di Lenny Wolf saprà benissimo come dopo un inizio col botto sul finire degli anni ’80, in cui la band raggiunse una popolarità non indifferente, nonostante gli strali della critica che li accusava (non senza ragione) di essere dei cloni dei Led Zeppelin, i Kingdom Come finirono molto presto nel dimenticatoio, condannando il povero Lenny a dei continui cambi di ‘pelle’ per barcamenarsi nel music business. L’evoluzione dei Kingdom Come aveva portato Wolf alla realizzazione di album con un sound più moderno, lontano dalle origini del gruppo, che però non riuscivano davvero a lasciare il segno. Fortunatamente questo nuovo “Ain’t Crying For The Moon” segna un buon passo avanti, riuscendo a recuperare il giusto feeling, pur mantenendo un contesto sonoro assolutamente moderno. Lenny Wolf si rimbocca le maniche e, pur senza firmare un capolavoro, scrive un album energico, variegato e velatamente malinconico: quasi una sorta di canto del cigno da parte di un artista che, probabilmente, non raggiungerà più i fasti di vent’anni fa. Le canzoni di “Ain’t Crying For The Moon” attraversano diverse sensazioni, dalla sardonica carica compressa di “Two Legged Sheep”, passando per “Bon Scott”, un sentito tributo al mai dimenticato cantante degli AC/DC, fino alla bella ballad “Removed The Sting”. Il vero gioiello del disco, comunque, resta la lunga title-track, un bellissimo brano che nei suoi otto minuti abbondanti riesce ad essere davvero ricco di pathos, sia nel suo inizio dolce e cullante di pianoforte, sia nel suo incedere elettrico e malinconico nella parte centrale. Da ascoltare. Infine, giusto per dovere di cronaca, segnaliamo la presenza di una cover di “Across The Universe” dei Beatles, piacevole e ben realizzata, e una nuova versione del classico dei Kingdom Come, “Get It On”. Che altro aggiungere? Come già anticipato, il ritorno dei Kingdom Come forse non ha i numeri per riportare al successo il buon Wolf, però riesce a farsi ascoltare con piacere, risollevando la parabola discendente intrapresa dall’artista. Bentornato Lenny!