8.0
- Band: KLIMT 1918
- Durata: 00:50:33
- Disponibile dal: 24/06/2008
- Etichetta:
- Prophecy Productions
- Distributore: Audioglobe
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Precisiamo subito una cosa: la recensione del disco in oggetto viene inserita nella sezione “metal” solo ed esclusivamente perchè è noto che i Klimt 1918 continuano ad avere parecchi fan in questa scena. Il nuovo “Just in Case We’ll Never Meet Again”, sia chiaro a tutti, non ha però nulla in comune con tali sonorità, sia a livello di stile che di suoni. Non tragga quindi in inganno il marchio della Prophecy Productions, perchè il terzo album del combo capitolino, ancora più di “Dopoguerra”, ha i connotati giusti per piacere soprattutto a chi è solito masticare rock (“indie”, post e/o puro e semplice), shoegaze e dark wave. Nonostante la casa discografica tedesca si ostini a tirare in ballo in sede di promozione nomi come Anathema e Katatonia – ovviamente per cercare di distribuire il disco pure nell’ambiente metal – i punti di riferimento dei Klimt 1918 di oggi sono ben altri e tutti estranei alla musica che i lettori abituali di Metalitalia.com sono probabilmente soliti ascoltare. Le aperture rarefatte e catartiche dell’opener “The Breathtaking Days [Via Lactea]”, ad esempio, citano abbondantemente i My Bloody Valentine del capolavoro shoegaze “Loveless”. La title track, “Suspense Music” o “True Love Is The Oldest Fear”, invece, rientrano in pieno nella moderna formula “indie” rock di Interpol ed Editors, mentre “Just An Interlude In Your Life” riprende ed eleva all’ennesima potenza quelle influenze ’80’s pop da sempre presenti nel background di Marco Soellner e compagni. Il resto della tracklist attinge un po’ da tutte queste coordinate, denotando anche, in maniera più palese che mai, il mai nascosto amore per formazioni come The Cure, Slowdive e Dredg. Il risultato è un lavoro stilisticamente un po’ meno omogeneo e atipico di “Dopoguerra”, nel complesso più giocato sull’immediatezza, tuttavia sempre emotivamente seducente ed elegante nelle forme. Nel corso dei 50 minuti di musica di “Just In Case…” c’è motivo per divertirsi così come per riflettere e concentrarsi, il tutto però sempre e comunque all’insegna di un approccio maturo, onesto e appassionante, tipico di una formazione dalla forte personalità, che è ormai pienamente consapevole dei propri mezzi. Se siete pronti a sognare a occhi aperti e poco vi importa di etichette e classificazioni, questo è l’album che fa per voi.