6.5
- Band: KOLOSSUS
- Durata: 00:42:35
- Disponibile dal: 19/03/2020
- Etichetta:
- Satanath Records
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I Kolussus italiani (da non confondere con gli omonimi finlandesi e russi) sono il giovane progetto – nato nel 2014 – del polistrumentista ligure Helliminator, da poco al sua prima prova discografica. Dobbiamo dire che la scelta di tematiche nordiche da parte di soggetti alloctoni ci lascia sempre parecchio perplessi, fatte salve rarissime eccellenze (i compianti Skoll, per rimanere nel genere e i maestri dell’epic-doom DoomSword). Questo amore per la cultura scandinava in generale e per la spiritualità nordica in particolare – da quel che ci sembra di capire – trova il giusto completamento nel black metal dalle forti tinte pagane della musica, che è – al di là delle considerazioni in premessa – ben scritto e suonato. Musicalmente è forte l’influenza dei Bathory del periodo di “Hammerheart” e “Twilight Of The Gods”, così come del black più epico, glaciale e battagliero dai vecchi Enslaved e Borknagar ai ben più recenti Gaahls Wyrd, ma Helliminator riesce a dar vita ad un disco vario e con soluzioni pregevoli, anche se non personalissime. Molto interessante l’uso dell’italiano in “Journey”, il brano che ci ha convinto maggiormente, mentre “Norge” è un tributo ben riuscito alla terra dei Fiordi e vede alla voce niente meno che Vicotnik dei Dødheimsgard. Il tratto più lodevole di quest’album è probabilmente la versatilità stilistica del musicista genovese, che riesce ad essere convincente tanto nello scream quanto nei passaggi melodici e recitativi; a completare il tutto un songwriting piuttosto vario e sicuramente di livello considerando che si tratta di un debutto, e una produzione essenziale e sufficientemente grezza, coerentemente con il genere proposto. Crediamo che sia necessario lavorare ulteriormente sul versante della personalità del sound (e magari asciugare un pochino le composizioni) ma che la base sia sicuramente promettente.