KORN – The Serenity Of Suffering

Pubblicato il 25/10/2016 da
voto
7.0
  • Band: KORN
  • Durata: 00.40.34
  • Disponibile dal: 21/10/2016
  • Etichetta:
  • Roadrunner Records
  • Distributore: Warner Bros

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Con i primi album hanno cambiato la storia della musica heavy. Sono stati leader fino ad “Untouchables”. Come archetipo del vittimismo da abuso e violenza domestica hanno dato voce ai giovani ai margini della società, con conseguente intervento dell’ancora imponente industria discografica che li ha trasformati, prendendosi il rischio in una succosa capitalizzazione su quella fetta di mercato ‘alternativo’ disinteressato o disgustato dal pop da classifica. Dopo punk, goth, metal e grunge arrivò quindi il ‘nu metal’. I Korn hanno scritto la storia e sono, già da tempo, una band che potrebbe anche smettere di produrre nuovi dischi visto e considerato il peso che ha tutt’oggi il vecchio materiale sia nei live set che nei riferimenti. L’oblio che ha caratterizzato le uscite discografiche del gruppo fino alla reunion con il chitarrista Head, unica personalità in grado di sfidare lo strapotere di Jonathan Davis nelle dinamiche interne, ha riacceso l’interesse in una band che, oltre ad una fan base fedele e sconfinata, ha ancora qualche cartuccia da sparare. “Paradigm Shift” era già motivo di gioia per molti, figuriamoci questo “The Serenity Of Suffering”, che già dal titolo preannuncia un ritorno alle sonorità dei tempi d’oro e che si libera del tutto dall’alter ego/spauracchio J Devil. Ammettiamo che “Rotting In Vain” e “Insane” hanno alzato l’hype alle stelle, con una band che di fatto torna a picchiare duro con riff granitici, breakdown schizzati e, soprattutto, quelle vocals in scream che tanto ci erano mancate. Il featuring con Corey Taylor poi, pur non essendo memorabile, rimarrà comunque negli annali per aver realizzato il sogno di una generazione. Come sono però le rimanenti tracce di “Serenity”? E’ brutto dirlo ma tutta la buona volontà del reparto strumentale si infrange contro il monolitico e inscalfibile volere di JD, che plasma tutti i pezzi nella sua estenuante ricerca della linea melodica perfetta, sempre dolorosa, malinconica o solenne, infusa sino all’orlo di pathos e sentimento. Quella che è ormai è una configurazione standard del reparto vocale nella seconda metà di carriera della band non è di per sé una cosa negativa: i pezzi più omogenei come “Die Another Night”, “The Hating” o “Take Me” sono notevoli, e sapere che lo sono anche paragonati al periodo “Untouchables”/”TALITM” senza cadere nell’autocitazione è quasi sconvolgente per i ‘Children Of The Korn’. A privare la raccolta dell’eccellenza è quella ripetitività strutturale che impatta sull’ascolto complessivo e che sgonfia ogni costruzione aggressiva imbastita dalla ritrovata coppia Head/Munky, che troviamo ancora un pelo arrugginita a livello di scambi ma regala dei bei momenti. Possiamo definire “Serenity” un altro passo indietro dunque, nel senso buono del termine come avvicinamento ai Korn che hanno fatto la storia, ma non può essere definito il vero “III: Remember Who You Are” come promettevano il titolo e le anticipazioni pescate sapientemente.

TRACKLIST

  1. Insane
  2. Rotting In Vain
  3. Black Is The Soul
  4. The Hating
  5. A Different World (feat. Corey Taylor)
  6. Take Me
  7. Everything Falls Apart
  8. Die Yet Another Night
  9. When You're Not There
  10. Next In Line
  11. Please Come For Me
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