KOWLOON WALLED CITY – Grievances

Pubblicato il 08/11/2015 da
voto
7.0
  • Band: KOWLOON WALLED CITY
  • Durata: 00:37:32
  • Disponibile dal: 09/10/2015
  • Etichetta:
  • Neurot Recordings

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Primo album dei Kowloon Walled City per Neurot Recordings: l’aver firmato per l’etichetta dei Neurosis è un buon traguardo per una band che cerca di spingere oltre le proprie visioni in musica, con soluzioni non convenzionali e poco battute. “Grievances”, loro terzo album, non lascia adito a dubbi, è un lavoro che trae spunto dallo sludge più oscuro e claustrofobico mutuato a soluzioni post hardcore dei primi Cave In o alle cose più articolate che ricordano le strutture piramidali dei Botch. Quello che colpisce nella musica della band americana sono i lenti e pachidermici disegni ritmici che donano, ad ogni canzone, un incedere profondo e greve, e il suono asciutto, quasi chirurgico, risulta una soluzione che nel genere non si trova molto spesso, e che i Kowloon Walled City rendono assolutamente familiare anche se atipico. Giocano molto bene, i Nostri, con l’alternarsi tra silenzio e rumore, tra il minimale e le bordate soniche sempre corpose e potenti. La particolarità di “Grievances” è il suo impatto emotivo con le vocals di Scott Evans, graffianti urla nel puro stile hardcore snapcasiano salmodianti disagio ed un certo ‘mal de vivre’. Parlare di sludge metal è riduttivo, perché la versatilità e la personalità dei quattro musicisti messe a disposizione in queste sette canzoni rasentano il post rock più ricercato e sperimentale. Le armonie dissonanti delle chitarre rendono il lavoro ancora più acido e cupo, l’apertura di “Your Best Years” è un compendio di melodia, armonia e rumore ragionato, come se i Fugazi suonassero rinchiusi nella stanza di un ospedale psichiatrico insieme ai più visionari Fudge Tunnel. La poetica di “Grievances” è trascendente la tragedia urbana dei nostri giorni e la band di San Francisco riesce a descrivere molto bene la propria alienazione. Ecco, un termine che potrebbe descrivere al meglio questa musica così particolare ed articolata è proprio ‘alienante’, una musica che ha mille sfaccettature ma che nel profondo custodisce cicatrici esistenziali che non si rimargineranno. Una musica che è cibo per il cervello ma che può diventare molto pericolosa, consapevolezza trasposta in note e rumore, colonna sonora che descrive la tragicità della nostra vita quotidiana caratterizzata da negatività, desolazione e disperazione. Con una poetica decadente e matematica, “Grievances” custodisce il suono giusto della fine del tutto e dell’infinito circoscritto in edifici fatiscenti come quelli di cui era fatta la città di Kowloon Walled City.

TRACKLIST

  1. Your Best Years
  2. Grievances
  3. Backlit
  4. The Grift
  5. White Walls
  6. True Believer
  7. Daughters and Sons
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