KRATER – Urere

Pubblicato il 21/02/2016 da
voto
7.5
  • Band: KRATER
  • Durata: 00:45:13
  • Disponibile dal: 26/02/2016
  • Etichetta:
  • Eisenwald Tonschmiede

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Ci sono gruppi, anche in un genere elitario e di nicchia come il black metal, che si impegnano affinché il loro nome circoli il più possibile all’interno della scena, suonando live con una certa frequenza e sfornando nuovi prodotti (album, EP, split, ecc.) a cadenza regolare, spesso a discapito del valore intrinseco di questi ultimi. Poi ci sono formazioni come i Krater, che dal proprio anfratto umido e tenebroso preferiscono fare le cose con calma, senza alcuna smania di visibilità, lavorando di cesello per consegnare al culto della nera fiamma piccoli gioielli, in grado di superare agilmente la prova del tempo e svettare con naturalezza sulla massa. Date le premesse, non stupisce quindi che il nuovo “Urere” arrivi a ben cinque anni di distanza dal precedente “Nocebo”, né tanto meno che si configuri – fin dai primissimi ascolti – come l’opera più varia e matura della carriera del quartetto sassone, che, forte di un contratto con la label di culto Eisenwald Tonschmiede, può finalmente dirsi pronto a conquistare i vertici dello scenario underground europeo. Il disco vive di continui contrasti, di affascinanti giochi di chiaroscuro, all’insegna di un songwriting diabolico che non attinge più soltanto dalla scuola svedese di Setherial e Dark Funeral, ma che allarga il proprio raggio d’azione fino a sconfinare in territori death, doom e classic heavy, palesando un profondo dinamismo e un’assoluta coerenza di fondo. Rispetto al passato, i brani godono di strutture molto più articolate, ricche di strappi in blast beat seguiti a ruota da improvvise decelerazioni, durante le quali il guitar work si veste ora di un sottile strato di epicità, ora di un ottenebrante velo di misticismo, con orchestrazioni sibilline e melodie arcane a fare continuamente capolino dallo sfondo. I Krater gestiscono il tutto con sapienza e accortezza, sapendo bene quando aggiungere e quando invece sottrarre un elemento, e il loro songwriting a tinte ombrose ne trae ovviamente beneficio, confluendo in una tracklist ricchissima di spunti (gli assoli ottantiani di “Flammen im Vakuum”, l’incedere simil-sludge di “Vexillum Luciferi”, le atmosfere rarefatte di “Nerven-Gift”, ecc.) che non manca mai di stupire per la sua visionarietà e per il suo genuino attaccamento a certe sonorità luciferine. Tirando le somme, la prima vera sorpresa in ambito black metal dell’anno. Un album in cui classe, cura nei dettagli e ispirazione sopra la media uniscono le forze per celebrare un rito a base di incenso e sangue.

TRACKLIST

  1. Initiation
  2. Non Serviam
  3. Bury the Light
  4. Flammen im Vakuum
  5. Anti-Vists
  6. Vexillum Luciferi
  7. Hunger of Ropes
  8. Nerven-Gift
  9. Lust to Burn
  10. Dust – Still Alive in That Place
1 commento
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