7.0
- Band: KREATOR
- Durata: 00:56:00
- Disponibile dal: 17/01/2005
- Etichetta:
- SPV Records
- Distributore: Audioglobe
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Vent’anni di carriera alle spalle e, nonostante questo, i Kreator sono ultimamente uno di quei gruppi dai quali non si sa esattamente che cosa aspettarsi ogni volta che devono pubblicare un disco. Nella loro lunga carriera Mille Petrozza e compagni infatti non ci hanno certo risparmiato sorprese: a parte il solidissimo passato thrash metal è praticamente dal 1992, anno di uscita dello sperimentale e industrial oriented “Renewal”, che ogni album dei Kreator è diverso dal precedente. Da allora, in un arco di tempo di circa dodici anni, si è passati dall’articolatissimo thrash tout court del successivo “Cause For Conflict” all’heavy metal tetro e minimale di “Outcast”, dal gothic metal di “Endorama” al thrash metal venato di melodia del recente “Violent Revolution”. Non era dunque difficile rimanere disorientati ma bisogna ammettere che, se si escludono alcuni episodi di “Cause For Conflict” e di “Outcast”, tutti questi dischi hanno però sempre avuto un elemento in comune, ovvero la qualità del materiale proposto, decisamente alta. Chi scrive riponeva quindi una certa fiducia anche in questo nuovo “Enemy Of God” e, dopo vari ed attenti ascolti, fortunatamente può ancora una volta affermare con tutta tranquillità che il gruppo tedesco non ha tradito le aspettative, sfornando un lavoro che certamente non può essere definito un capolavoro ma che comunque risulta ben all’altezza della sua fama. Tralasciando il fatto che le annunciate somiglianze con “Pleasure To Kill” le ha sentite solo il buon Mille e che il sottoscritto proprio non riesce a capacitarsi di cosa ci facciano dei suoni alla Stratovarius in un album dei Kreator, “Enemy Of God” è infatti davvero un buon disco: vario, piuttosto ispirato e stilisticamente non molto distante dal convincente “Violent Revolution”. Rispetto a quelli contenuti in quest’ultimo lavoro i brani sono un poco più diretti e concisi e ancora più debitori dell’immortale sound di capolavori come “Extreme Aggression” e “Coma Of Souls” ma contengono comunque grosse porzioni di melodia e, in un paio di episodi, anche alcune sezioni molto soft dove il singer sfodera la sua voce pulita. I Kreator hanno perciò cercato per la seconda volta di accontentare un po’ tutti i loro fan mischiando per quanto possibile sound vecchio e nuovo, e in canzoni validissime come la title track, “Impossible Brutality”, “Suicide Terrorist”, “World Anarchy”, “When Death Takes It’s Dominion”, “Dying Race Apocalypse” e “The Ancient Plague” possiamo dire che ci siano perfettamente riusciti: chiunque abbia adorato “Violent Revolution” amerà queste song! Non convincono granché il sottoscritto invece alcune parentesi melodiche di “Dystopia”, “Murder Fantasies” e “One Evil Comes – A Million Follow”, troppo prevedibili e sfacciatamente ispirate agli Iron Maiden, mentre risulta un po’ fuori contesto la comunque gradevole “Voices Of The Dead”, canzone ritmata ma con un ritornello oltremodo catchy, addirittura più orecchiabile di tutti quelli presenti in “Endorama”! “Under A Total Blackened Sky” si aggiudica infine la palma di peggior brano del lotto: non è certo orribile ma è un po’ troppo noioso e monocorde. L’ascolto nonostante tutto procede però senza grossi intoppi e alla fine non si può proprio far a meno di giudicare “Enemy Of God” un disco senza dubbio curato e coinvolgente, un lavoro che sa farsi apprezzare in più modi: da un lato i graditi richiami ai vecchi album, dall’altro una marcata e spesso ispirata vena melodica che riesce quasi sempre a far rimanere i Kreator lontani dai cliché del genere. Le uniche pecche sono la produzione, eccessivamente fredda e pulita, e certi spunti maideniani del tutto impersonali rintracciabili in una manciata di song. Ma tutto il resto vale sicuramente la spesa… bravi Kreator.