7.0
- Band: KREATOR
- Durata: 00:45:03
- Disponibile dal: 02/06/2012
- Etichetta:
- Nuclear Blast
- Distributore: Warner Bros
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Tantissima l’attesa per la nuova uscita dei Kreator e si capisce il perché: oltre trent’anni di attività, dodici album già alle spalle e un ritorno, dopo una parentesi di fine anni ’90 con sconfinamenti stilistici vari, al fiero thrash metal, declinato da “Violent Revolution” in poi secondo una sfaccettatura che più o meno è rimasta sempre la stessa. Ecco quindi “Phantom Antichrist”, tredicesima opera della band di Mille Petrozza, che esce a tre anni di distanza dal precedente, ottimo, “Hordes Of Chaos”, un album che godeva di una produzione in analogico che rese ancora più vitale la scelta di proporre una sfilza di canzoni ruvide e dirette. La produzione qui è a cura Jens Bogren, che mantiene il suono non plastificato, ma cambia qualcosina. L’approccio stilistico è invece diverso rispetto alle ultime produzioni, più monocordi e fedeli a un singolo stilema di quanto non sia invece l’album in questione, davvero molto vario. Ci sono sempre i pezzi tritaossa, quelli dove le chitarre affastellano riff per repentini martellamenti e stacchi draconiani, ma l’impressione generale è che i Kreator in questa tornata abbiano deciso di cambiare la solfa, puntando maggiormente sulla melodia (delle volte abusandone) e sull’epicità. Si prenda ad esempio, negativo, “Your Heaven, My Hell”, un profluvio mellifluo di note musicali che a fine ascolto vi darà una tale sensazione di sazietà che cercherete “Extreme Aggression” negli scaffali. Della canzone che dà il titolo all’album, resa disponibile come singolo già tempo fa, è già stato detto tutto. Pezzo tirato nel classico stile Kreator, rimane alla fine quello più violento del lavoro in questione, assieme a “Death To This World”. Quest’ultima, sicura hit del lotto, troverà certo posto in scaletta essendo pezzo ispirato, dal riffing tagliente e dal drumming dinamico e persistente. Questo sì che è un brano dei tedeschi al loro meglio! Fra le altre tracce più vitali troviamo “Civilisation Collapse”, brano dal dolce ripieno ma dal contorno durissimo. “From Flood Into Fire” assurge a canzone simbolo di questa nuova ispirazione del Creatore, vuoi per la velocità sempre controllata, vuoi per i contorni di simil-ballata assunti in lunghi tratti del brano. Lo stesso vale per “The Few, The Proud, The Broken”, che poggia su un lento incedere di pronta presa e dove Petrozza e soci cercano la via dell’epicità musicata. Brani che hanno indubbia qualità, ma che non toccano le vette del passato. Altri pezzi sono invece veramente minori, come nel caso della banale “United In Hate” e della monocorde “Victory Will Come”. Insomma, alla fine siamo sicuri che “Phantom Antichrist” sarà un album che forse scontenterà un po’ gli ascoltatori più oltranzisti, mentre appagherà la nutrita schiera di fan. Dipende quindi da cosa si vuole trovare nei tedeschi, da sempre la band più dinamica e sperimentale della Troika Kreator-Sodom-Destruction e, non solo per questo, forse anche la migliore.