7.0
- Band: KRISIUN
- Durata: 00:46:31
- Disponibile dal: 27/02/2006
- Etichetta:
- Century Media Records
- Distributore: EMI
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Nuovo lavoro per gli stakanovisti brasiliani Krisiun, giunti ormai, con questo “AssassiNation”, al sesto full-length complessivo ed alla sesta pubblicazione su Century Media, considerando anche il DVD “Live Armageddon” e l’uscita atipica “Bloodshed”, risalente al 2004. Da deathster duri, puri ed indefessi quali sono Alex Camargo ed i fratelli Moyses e Max Kolesne, c’è realmente poco da aspettarsi, se non la solita, granitica dose di death metal frontale, brutale e tecnico, con davvero miserrime concessioni alla melodia. E così è anche per questa tornata, non temete! Tornati a registrare negli Stage One Studios, in Germania, assieme al produttore Andy Classen – già all’opera con i Krisiun in occasione di “Conquerors Of Armageddon” – il terzetto carioca riprende il discorso accennato nel succitato “Bloodshed”, mostrando una positiva propensione a variare maggiormente il songwriting rispetto a quanto fatto fino a “Works Of Carnage”. Ovvio, non si sta parlando di mutazioni stilistiche o di attitudine, però, finalmente, i singoli pezzi diventano quasi riconoscibili e ben rammentabili, oltre a rappresentare un compattissimo blocco di cemento armato. I Krisiun, tecnicamente parlando, se la cavano in modo più che egregio, ma c’è da dire che, all’interno di “AssassiNation”, la parte del leone la fa il drummer Max Kolesne, un vero schiacciasassi che, oltre a pestare sui tamburi testardo come un mulo, fornisce dei passaggi davvero complicati e variopinti, i quali trainano e guidano il resto degli strumenti fra accelerazioni, “rallentamenti” e scariche stoppate e più groovy del solito. Più che buona anche la prova di Moyses Kolesne alla sei-corde, tramite i soliti riff fluidamente brutali, qualche stacco più ardito e una miriade di sovraincisioni distorte e penetranti, atte a supportare i brevi, malefici assoli che non concedono proprio niente a tregue melodiche. Tra qualche (perdonabilissima) citazione di Death (il primo minuto di “Father’s Perversion” è praticamente un omaggio a Chuck Schuldiner!) e Nile, i brani si susseguono martellanti e assassini, avendo nell’opener “Bloodcraft”, in “Vicious Wrath” e in “United In Deception” le loro espressioni migliori. Forse esageratamente lungo – a tratti si regge a fatica la ripetizione a memoria di stilemi ultra-classici – “AssassiNation” è chiuso dalla cover di “Sweet Revenge” dei Motorhead, mentre le due brevissime strumentali “Doomed” e “Summon” ci fanno chiedere se mai i Krisiun oseranno sperimentare qualche soluzione più ricercata nelle proprie composizioni. I die-hard fan certamente non se lo augureranno…come certamente a loro è indicato l’acquisto di questo disco, ennesimo tassello di una carriera più che dignitosa per una band che probabilmente mai raggiungerà vette gloriose, ma che altrettanto difficilmente arretrerà di un passo.