7.0
- Band: KRUELTY
- Durata: 00:16:03
- Disponibile dal: 22/11/2024
- Etichetta:
- Closed Casket Activities
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Con “Profane Usurpation”, i Kruelty e il loro ormai famigerato ibrido death metal/hardcore segnano una nuova fase del loro percorso, approdando sotto l’egida della sempre più interessante etichetta americana Closed Casket Activities. Un EP di quattro tracce per poco più di un quarto d’ora di musica che non solo consolida la posizione della band giapponese nell’ambiente estremo internazionale, ma mostra anche un’evoluzione stilistica che enfatizza la sua energia e una sempre più spiccata dinamicità.
Di recente il gruppo è diventato un terzetto, con il chitarrista Zuma ora anche dietro al microfono, e questa riduzione a livello di membri può avere influito su questa impronta musicale più diretta: i brani di “Profane Usurpation” rinunciano infatti a certi vecchi sviluppi death-doom in favore di strutture più serrate e di una maggiore vitalità ritmica. Quello che ne esce è una fusione ormai perfettamente equilibrata tra death metal e hardcore, con qualche inedita incursione nel grindcore più metallico che qui viene chiamata in causa per donare al tutto ulteriore mordente.
Sembra quasi di essere davanti a dei Nails più quadrati, soprattutto se si pensa al modo in cui i giapponesi fondono mondi (death) metal e hardcore senza aderire a formule preconfezionate e a produzioni leccate: il suono è grezzo ma denso, e richiama il calore organico delle registrazioni alla vecchia maniera senza rinunciare a una resa definita e potente. Questo è merito anche della supervisione del sempre più richiesto produttore Taylor Young (Xibalba, Nails, Drain), il quale esalta la forza bruta della band mantenendo però intatta la loro autenticità e il loro feeling live. Anche l’attitudine dei Kruelty oggi richiama maggiormente la formazione capitanata da Todd Jones, soprattutto nella sua ricerca di una miscela sonora violenta e oltranzista, anche se lo stile del trio si distingue appunto per il suo maggiore peso e per un senso di controllo che rende la proposta più possente.
Per il resto, le influenze sono quelle di sempre, con rimandi al death metal di Rippikoulu, Grave e Coffins in molti dei riff portanti, ma anche alla scena hardcore anni Novanta, tanto americana quanto giapponese, con nomi come All Out War, Turmoil e Dyingrace che fanno capolino tra le pieghe più mosh dell’opera.
Questo EP segna insomma un altro passo importante per i Kruelty, non solo per il cambio di etichetta ma anche per la maturità che dimostrano nel bilanciare passato e presente. Se la pesantezza estrema del debut “A Dying Truth” inizia a essere un ricordo, non si può dire che la band abbia perso intensità e ispirazione. Per chi ha apprezzato la sua evoluzione fino a questo punto, “Profane Usurpation” è insomma una tappa imperdibile.