7.5
- Band: KRUELTY
- Durata: 00:40:00
- Disponibile dal: 17/03/2023
- Etichetta:
- Profound Lore
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Dopo l’EP “Immortal Nightmare” e lo split “The Ruination of Imperialism” rilasciato assieme agli americani Terminal Nation, è tempo di secondo round sulla lunga distanza per i Kruelty. Ultimamente la famigerata band giapponese sta facendo ill possibile per alzare il proprio profilo e imporsi all’attenzione del pubblico: ai lavori in studio sono infatti seguiti i primi tour nel cosiddetto occidente, con i mesi a venire già pieni di date confermate un po’ ovunque. Il nuovo “Untopia” sa insomma di passaggio cruciale per la formazione di Tokyo: pubblicato ancora una volta dalla Profound Lore, il disco riprende le suggestioni dell’ormai familiare immaginario krueltyano, legato a mondi urbani in decadenza e a una modernità costantemente in regressione, ribadendo un approccio anarchico e primordiale che veicola il messaggio death metal/hardcore dei cinque. Rispetto al repertorio precedente, le nuove composizioni denotano una vivacità un filo più pronunciata, come se il gruppo volesse dirci che il tempo dell’attesa è finito e che l’unica possibilità di scampo sta nel correre senza guardarsi troppo indietro. Il peculiare mix della band – i cui ingredienti principali sono da sempre profondi influssi old school death-doom metal e ignoranti rigurgiti beatdown hardcore – viene qui riversato in brani dallo sviluppo leggermente più snello, con una parziale riduzione dell’elemento doom che va ad aprire un varco per soluzioni più prettamente death metal vecchia scuola e, in generale, per ritmiche maggiormente flessibili. Davanti a questo lieve aumento della velocità complessiva, è normale quindi che i passaggi hardcore e i breakdown vadano a risaltare ulteriormente, anche se il sound nel suo insieme resta più che mai cupo e metallico. D’altronde, la musica dei Kruelty parla da sempre di distruzioni catartiche, con la band che gode a mettere in primo piano un incedere pachidermico e muro granitico di distorsioni, le quali tendono a sollevarsi con la stessa ieraticità di un sacerdote oscuro che invoca la fine di tutto.
Nelle pieghe di questo devastante scenario si ritrovano le solite influenze Grave, Coffins, Asphyx e Cianide, mischiate a quell’elemento hardcore che non può che condurre a un risultato finale simile al sound degli Xibalba. L’impronta dei nipponici condivide molto con l’approccio dei colleghi californiani: la stessa robustezza, così come una valenza funerea e potente dei registri, pur con delle puntuali derive più orecchiabili. Alla fine dei conti, “Untopia” è una prova che esplora la potenza come veicolo di affermazione della propria identità, senza preoccuparsi troppo di aderire a una specifica corrente stilistica. I Kruelty picchiano duro, a volte anche in maniera insensata, ma la loro foga strappa puntualmente più di un sorriso.
