8.0
- Band: KRYPTS
- Durata: 00:33:58
- Disponibile dal: 10/28/2016
- Etichetta:
- Dark Descent
- Distributore: Audioglobe
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Sempre più cupi. Sempre più heavy. Come sempre, trance e stordimento sono l’obiettivo principale del suono dei Krypts, che, anche questa volta, si presentano come un rullo compressore oscuro e deviato. Oggi il profondissimo death metal della formazione di Helsinki è sovente completamente privo delle dinamiche e del senso di ascensione che frequentemente caratterizzano il genere: influenze di primi Grave e Convulse erano ancora ben evidenti sul fortunato debutto “Unending Degradation”, ma su “Remnants of Expansion” è quasi impossibile trovare accenni di luce, si tratti anche solo di magri spiragli e di lontani barlumi. Brevissima la tracklist di questo nuovo lavoro: cinque tracce per trentaquattro minuti, ma la carne al fuoco è tanta, già a partire dalla colossale opener “Arrow of Entropy”, da annoverare subito – assieme alla mefistofelica “Entrailed to the Breaking Wheel” – tra i migliori brani del repertorio del quartetto. Non si rintraccia un pezzo ritmato e subito assimilabile come la vecchia hit “Open the Crypt”: gli episodi di “Remnants…” sono vaste sabbie mobili di riff e melodie abissali, un mortifero pantano di pesantezza e costrizione. Un’abbondante mezzora di puro smarrimento sonoro che a tratti può ricordare l’ultima evoluzione dei temibili connazionali Corpsessed o l’operato degli Inverloch: un suono ora muscoloso e minaccioso, ora nebuloso e inquietante, incentrato quasi sempre su un plumbeo lavoro di chitarra che in certi casi nega ogni punto di riferimento agli ascoltatori. Lo si era già intuito in occasione del primo album, ma con “Remnants…” ne abbiamo la conferma: a questi finlandesi di rado interessa innescare il pogo; al contrario, il loro fine ultimo è quello di confondere e terrorizzare con un lento gorgo di bassi e brusii inestricabili. I Krypts nel 2016 sono una bestia lenta e pesante, ma dall’incedere inarrestabile: oggi più che mai la loro musica colpisce a fondo, inscenando quel senso di smarrimento e angoscia che prima o poi visita ognuno di noi.