6.5
- Band: KRYUHM
- Durata: 00:40:39
- Disponibile dal: 05/11/2022
- Etichetta:
- Black Widow
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Sebbene “Only In My Mind” sia l’album di debutto dei veronesi Kryuhm, la loro storia parte da più lontano, addirittura vent’anni fa. La band, infatti, è nata a cavallo del nuovo millennio ma, dopo un solo demo registrato nel 2001, la loro storia discografica si è interrotta, arrivando nel 2020 ad una pressoché totale rifondazione: resta il cantante e chitarrista Daniele Laurenti, a cui si aggiungono Francesco Sterzi al basso, Andrea Fracca alla seconda chitarra e Luca Lucchini alla batteria.
Siglato un contratto con Black Widow Records, dunque, ecco arrivare finalmente il sospirato primo full-length, che vede i Kryuhm cimentarsi in un heavy/doom di matrice classica, nella tradizione di Black Sabbath (periodo Dio e Tony Martin) e Candlemass. Il cantato di Laurenti ha un timbro molto vicino a quello di Bruce Dickinson e si sposa molto bene con l’impianto strumentale, che risulta solido ed efficace. Le ritmiche, come da tradizione del genere, non si fanno mai forsennate, prediligendo midtempo rocciosi, adatti a rappresentare un immaginario fatto di secoli bui ed antiche stregonerie. Il tutto viene confezionato con professionalità, grazie al buon lavoro fatto presso gli Elnor Studio di Mattia Stancioiu.
L’ascolto dell’album è senza dubbio piacevole, soprattutto negli episodi più epici, come la conclusiva “Conan”, e non abbiamo particolari appunti da fare alla band; allo stesso tempo, però, non siamo riusciti a riscontrare particolari picchi, per via di una scrittura fin troppo classica, che percorre i sentieri battuti dai capisaldi citati in apertura, senza riuscire veramente ad emergere. Anche l’esperimento di “Danze Macabre Tra I Fuochi”, che sfrutta la lingua italiana per dare un taglio diverso rispetto al resto della tracklist in inglese, risulta riuscito solo in parte: rispetto a quanto fatto da illustri compagni di etichetta, come L’Impero Delle Ombre, in questo caso il cantato italiano risulta un po’ forzato. “Only In My Mind”, insomma, ci sembra un buon punto di partenza su cui lavorare per il futuro: senza dubbio riusciamo a vedere delle potenzialità in questa formazione, che ci auguriamo possano essere valorizzate sempre di più, ma allo stato attuale delle cose non ci sembra di poter parlare di un debutto sfolgorante che monopolizzerà il vostro lettore.
