8.0
- Band: KVELERTAK
- Durata: 00.49.05
- Disponibile dal: 26/03/2013
- Etichetta:
- Roadrunner Records
- Distributore: Warner Bros
Spotify:
Apple Music:
Un paio d’anni fa abbiamo urlato davvero forte quanto validi fossero i Kvelertak, per poi seguirli in più di una occasione. In tanti sono rimasti scottati dalla miscela pericolosa di rock, hardcore e black metal, una sorta di summa dell’heavy norvegese distillata a fortissima gradazione alcoolica. Le nostre grida, unite a moltissime altre, sono giunte alle orecchie di Roadrunner che, con una mossa a sorpresa, ha assunto un gruppo ancora pericoloso, aspro, lontano dalle logiche mainstream dei colleghi di roster e saldamente ancorato all’underground. Se seguite le nostre pagine vi accorgerete che di rumore continuiamo a farne attorno a questa band, perchè “Meir”, il secondo appuntamento in studio coi norvegesi, è di nuovo sfrontatamente meritevole. A chi li ha etichettati come “falsamente eclettici” e ai metal hipster che hanno cominciato a predicare lo smarrimento della retta via (senza aver sentito una nota ovviamente) il sestetto risponde smantellando la propria forma canzone. La costruzione dei brani diventa sempre più assurda e imprevedibile: la formula viene estremizzata, blastbeat e chitarre a zanzara dalla più pura oscurità norvegese cozzano con ampi retaggi di rock classico, cori violentissimi, sino addirittura a sprazzi liturgici e ripetizioni trance/estatiche post rock/progressive. I Kvelertak sono una band che riesce con disinvoltura a passare tra scambi chitarristici di Iron Maiden a chitarre acustiche spaghetti western a dinamiche hardcore, tra nichilismo black e il sense of humor dei Turbonegro. Tutto questo, vorremmo sottolineare chiaramente, senza ambizioni artistiche dichiarate, assolutamente fuori luogo se affiancate all’attitudine distruttiva e al fuoco che brucia nelle esibizioni live del gruppo. Un bel dito medio passato tra le chiappe direttamente nel vostro naso insomma. Godetevelo senza farvi troppe domande, su “Meir” potreste scrivere un trattato e ogni volta che finireste vorreste buttarlo nel cesso.