7.0
- Band: KYLESA
- Durata: 00:40:24
- Disponibile dal: 09/03/2009
- Etichetta:
- Prosthetic Records
- Distributore: Audioglobe
Spotify:
Apple Music:
A furia di tagliare, ridurre e smussare, alla fine i Kylesa hanno trovato la loro dimensione. Partiti come combo di hardcore sludge i ragazzi di Savannah, album dopo album, pur senza rinnegare le proprie origini, sono giunti a togliersi di dosso parecchie delle scorie che infestavano il loro sound e ora, giunti allo scheletro della loro proposta, si può vedere chiaramente quale sia il punto di riferimento dei nostri: Mastodon! Certo, è ancora più che lecito citare band quali Fugazi, Cathedral o Neurosis, ma tutti vengono messi in secondo piano rispetto alla band di Troy Sanders e soci. Non vogliamo dire che i Kylesa si siano trasformati in una clone band, però certi riferimenti sono innegabili e sotto gli occhi di tutti. Innanzitutto il sound come detto è stato sgrezzato ed ora è più semplice e diretto, in alcuni frangenti diremmo quasi catchy. I frangenti più noise si sono assottigliati in maniera piuttosto evidente, mentre la componente sludge ora è decisamente più groovy che non in passato. In compenso ora troviamo insite nel sound dei nostri delle atmosfere psichedeliche decisamente azzeccate (ad esempio in “Insomnia For Months”). Ciò nonostante non si può parlare di cambiamento radicale: i Kylesa si sono evoluti in maniera coerente ed anche interessante. La componente core è rimasta nel loro DNA e viene fuori prepotentemente soprattutto a livello vocale, dove le tre voci come sempre si contendono la scena. I brani più intriganti contenuti in “Static Tension” sono anche quelli più particolari, ovverosia “Running Red”, “Nature’s Predator”, “Only One” e “To Walk Alone”: la prima e l’ultima delle tracce citate godono di un lavoro di chitarra estremamente raffinato ed inusuale per gli standard del genere, al quale abbinano dei chorus piuttosto melodici ma mai ruffiani. “Nature’s Predator” mette in evidenza il lato più seventies del sound della band, mentre “Only One” alterna sfuriate hardcore a partiture chitarristiche ben più accessibili. “Static Tension” è senza dubbio il classico album della svolta: i Kylesa hanno scelto la propria strada senza guardare in faccia nessuno! Già con il prossimo lavoro vedremo con chiarezza dove li porterà; nel frattempo ci godiamo volentieri la maturazione di una band che dopo quattro album non ha ancora dato segni di cedimento, e anzi migliora in maniera lenta ma costante. Bravi!