6.5
- Band: KYTERION
- Durata: 00:37:54
- Disponibile dal: 04-03-18
- Etichetta: Subsound Records
- Distributore:
Secondo capitolo della trilogia ispirata alla cantica dell’inferno di Dante, a due anni dal debutto. Per quanto riguarda missaggio e master la band bolognese si è affidata a Giuseppe Orlando (The Foreshadowing ed ex Novembre, tra gli altri) mentre la line-up del gruppo rimane avvolta dal mistero. A livello di concept non c’è dunque molto da aggiungere, le liriche sono sempre in vernacolare e l’argomento è – o almeno dovrebbe essere – decisamente noto, quantomeno nel nostro Paese. Anche musicalmente la continuità con l’episodio precedente è evidente: black metal veloce e violento, con alcune sfumature death. I riferimenti principali vengono dalla scuola scandinava, svedese in particolare: Dark Funeral, Marduk, Necrophobic. I riff sono caotici e turbinanti ma abbastanza standardizzati, eppure si nota qualche miglioramento a livello di songwriting, che risulta più vario, e la mano di Orlando si fa sentire, regalando più spazio alla melodia e togliendo l’effetto ‘plasticone’ al suono. “Onde La Rena S’Accendea” e “Dite” sono due esempi positivi, così come è positivo l’uso del cantato, che varia di tonalità , pur rendendo spesso intelligibile il testo. Una pecca già espressa con il disco di debutto riguarda però la capacità di personalizzare il sound: non solo la struttura dei brani è quasi sempre la stessa, ma manca qualsiasi caratteristica che possa riportare al medioevo toscano, o all’Italia in generale, di cui Dante è alfiere e cantore per antonomasia. Non ci sono insomma evidenti connessioni tra liriche e musica ad eccezione di un paio di brevi intermezzi strumentali (“Cocito” e “Vallon Tondo”). Il risultato finale è un lavoro molto simile al suo predecessore, purtroppo non particolarmente originale o personale (ed è un peccato perchè le tematiche permettono e meriterebbero un ‘trattamento’ diverso) che può comunque trovare estimatori tra chi nel black metal cerca soprattutto velocità e pesantezza ‘svedese’.