7.0
- Band: LA FANTASIMA
- Durata: 00:29:31
- Disponibile dal: 30/09/2015
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Debutto sulla lunga distanza del trio romano che con quest’opera mette in musica visioni ed immagini malinconiche ed oscure. Immagini, queste, che traggono la propria vivida forza da un crescendo dinamico e rarefatto fatto di passaggi soffusi ed intimistici che ricordano le parti più melodiche ed armoniose degli Alternative 4 o degli Anathema più bucolici. La musica de La Fantasima, però, custodisce una ricchezza che poche altre band hanno, ovvero quella di saper scrivere canzoni, per altro tutte strumentali, con una buona dose di idee senza strafare e senza mettere a repentaglio la forma canzone con soluzioni astruse all’emozionalità ed al pathos. I Nostri scrivono canzoni con pochissimi elementi, in punta di piedi, con umiltà e quasi timidi denunciano con accordi eterei la violenza che la natura subisce. Pur essendo una prova molto emozionale, le cinque canzoni che compongono l’album hanno una forza evocatrice molto efficace, che mette l’ascoltatore davanti a paesaggi nebbiosi e talvolta freddi, parafrasando certo doom metal più antico o quel post rock meno didascalico e più viscerale. La cosa interessante e, se vogliamo, anche alquanto stimolante, è l’uso della chitarra pulita. Sempre. Non ci sono note distorte nella musica del trio capitolino, non ci sono esplosioni o deflagrazioni di potenza. La potenza è espressa grazie ad un uso sensato degli arrangiamenti che riempiono e dilatano, le dinamiche di batteria sono rintocchi ovattati che provengono da un mondo dimenticato, dal passato che il tempo lentamente ha scolpito nella musica de La Fantasima. Sembra di ascoltare dei Sigur Rós un poco più sanguigni e passionali, e di stare davanti ad una radura dove la rugiada ricopre, come un abbraccio amorevole, tutta la natura, fronde degli alberi, prati e colline. Sembra di sentire recitare una poesia gotica che decanta la forza della natura. Se vogliamo, per il concetto che esprime la musica, possiamo avvicinare La Fantasima ad un certo black nordico che gli Ulver imbastivano con il folk delle proprie terre. La Fantasima riesce a collocare il proprio background culturale e musicale inserendo parti notturne e romantiche che rendono questo lavoro un concentrato di oscura poetica naturalistica. Un album da ascoltare in solitudine, al buio, raccolti in una riflessione quasi atemporale ed adimensionale. Musica che emoziona e comunica sicuramente qualcosa, in modo elegante, senza fare troppo rumore ma con una personalità e forza espressiva di notevole spessore artistico.