7.5
- Band: LABYRINTH
- Durata: 00:48:26
- Disponibile dal: 21/06/2010
- Etichetta:
- Scarlet Records
- Distributore: Audioglobe
Spotify:
Apple Music non ancora disponibile
Nel cuore dei power metaller italiani e non solo, un piccolo posto è senz’altro occupato da quel “Return To Heaven Denied” che nel 1998 diede una bella scossa a tutta la scena metallica tricolore. “Return To Heaven Denied” fu in grado di amalgamare con sorprendente maturità le sonorità power neoclassiche tanto in voga in quegli anni con quegli elementi progressivi che davano alla band di origine toscana una personalità spiccata. Tuttavia quel piccolo capolavoro rimarrà, a torto, un metro di paragone ingombrante per le successive pubblicazioni della band, falcidiata da continui cambi di formazione. Dopo difficili anni di incostanza compositiva, i Labyrinth ritornano sulla scena con l’illustre rientro in squadra del chitarrista storico Olaf Thorsen per scrivere l’acclamato seguito di “Return…” e sin dall’artwork o dalle prime note dell’opener “The Shooting Star”, che fa il verso a “Moonlight”, si percepisce l’atmosfera dei bei tempi. “A Midnight Autumn’s Dream” è un disco più immediato rispetto alle ultime uscite della band, nonché maggiormente incentrato sul power metal degli esordi come dimostrano canzoni ben strutturate e foriere di grandi ritornelli quali “To Where We Belong” con tanto di tuono finale, “Princess Of The Night” e “The Morning’s Call”, pezzi diretti in grado di esaltare il virtuosismo neoclassico di Olaf negli assoli. A dimostrazione della varietà stilistica che da sempre contraddistingue il quintetto nostrano arrivano brani dal gusto progressivo più o meno accentuato, come “Like Shadows In The Dark” e “Sailors Of Time”, da annoverare in men che non si dica tra le gemme più preziose dell’intera discografia dei Labyrinth, per non parlare della bellissima titletrack, una ballata malinconica in cui il singer Roberto Tiranti si supera con un’interpretazione particolarmente espressiva. La costante qualità compositiva diventa un’arma fondamentale per Thorsen e soci, che si concedono un piccolo calo solo nella scontata “In This Void”. I tempi sono cambiati, le circostanze in cui esce questa seconda parte di “Return To Heaven Denied” sono completamente differenti, pertanto risulta difficile accostare questo nuovo disco al predecessore del ’98: l’unica certezza è che i Labyrinth ne hanno composto un degno successore, e con “Midnight Autumn’s Dream” si rilanciano alla grande.