LABYRINTH – Freeman

Pubblicato il 22/03/2005 da
voto
9.0
  • Band: LABYRINTH
  • Durata: 00:47:23
  • Disponibile dal: 25/03/2005
  • Etichetta:
  • V2 Records
  • Distributore: Self

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I Labyrinth sono una di quelle band a cui non sono mai piaciute le cose facili, basta conoscere la loro discografia per rendersene conto. Ogni loro album, stilisticamente, si è sempre differenziato dal suo predecessore, riuscendo, da un lato a stupire con ogni nuovo lavoro i fan e, dall’altro, a rendere la band orgogliosa di esser sempre stata brava a superarsi e a vincere una scommessa con se stessa. D’altronde lo spirito iniziale dei Labyrinth era proprio questo: nel 1996 “No Limits” rappresentò una vera e propria sfida per le particolarità che comprendeva. Particolarità dovute da un’intensa unione tra il power e sonorità techno-elettroniche, all’epoca una cosa assolutamente fuori dagli schemi. A distanza di tutto questo tempo, si può tranquillamente affermare che in quell’occasione la band ebbe ragione, tanto che il suo disco d’esordio è stato ristampato di recente per la terza volta. Anche in questo caso, non esitiamo ad ammettere che i Labyrinth hanno fatto nuovamente centro. E dire che dopo il pur discreto “Sons Of Thunder”, il gruppo pareva aver perso un pò di smalto, ma già con il precedente “Labyrinth” aveva splendidamente dimostrato di aver recuperato tutta la sua verve creativa. Per realizzare “Freeman”, pare proprio che si sia tenuto conto delle novità progressive introdotte in quell’ultima occasione; la band non ha esitato a farle proprie e le ha utilizzate come nuovo punto di partenza per andare a registrare quello che, non esitiamo a dirlo, si presenta come il suo miglior disco, sia per la qualità della musica proposta, sia per la maturità intrinseca dei testi. La copertina del CD sintetizza perfettamente il suo contenuto lirico: un uomo-manichino inacatenato, privato della libertà ed anche della sua identità fisica. E’ quindi il tema della libertà l’argomento ricorrente nel disco, la stessa libertà che rappresenta il dono più grande ed importante per ognuno di noi – ideale in nome del quale molte persone hanno perso la vita – che ora molti danno per scontato. Chiudiamo questa parentesi (ognuno di voi potrà rifflettere e farsi un proprio parere a riguardo leggendo i testi) ed andiamo ad analizzare la musica proposta. “Freeman” è un lavoro molto eterogeneo, ma che al contempo risulta seguire una linea ben definita, capace di far coesistere al suo interno sonorità apparentemente distanti tra loro. Proprio questa sua peculiarità, lo inserisce in quel filone di dischi destinato ad un pubblico molto vasto, propenso ad ascolatre musica sofisticata e di qualità. Nel corso delle dieci canzoni presenti, i Labyrinth passano da momenti classicamente metal come in “Infidels”, ad altri power-prog come nell’opener “L.Y.A.F.H.”. Ci sono poi songs come “Deserter” e “Face And Pay” dall’impatto violento grazie a chitarroni che macinano riff di chiara ispirazione thrash, e capaci di regalare duelli chitarristici esaltanti tra i bravissimi Andrea e Pier. Inoltre “Face And Pay” si segnala anche per un intermezzo jazzato da brividi e per la superba prova di Tiranti alla voce. Il bravissimo cantante concede il bis, superando se stesso, in “Malcolm Grey”, offrendo una prova stratosferica ricca di magia e di feeling. Ottime anche la title-track e “M3” pregne di quel sound techno-elettronico, in cui eccelle il bravo tastierista De Paoli, che ci riporta direttamente ai tempi di “No Limits”. Tutti i ragazzi del gruppo parteciapno al merito di aver realizzato un lavoro magnifico nella sua totalità, in cui nulla è stato lasciato al caso. E’ evidente come ogni suono sia stato scelto con estrema attenzione, e come la band passi in maniera del tutto naturale ad un approccio talvolta classicamente metal, ad un altro più moderno e frizzante. Complimenti sinceri ad un gruppo che nulla ha da invidiare ai più blasonati colleghi stranieri.

TRACKLIST

  1. L.y.a.f.h.
  2. Deserter
  3. Dive In Open Waters
  4. Freeman
  5. M3
  6. Face And Pay
  7. Malcolm Grey
  8. Nothing New
  9. Infidels
  10. Meanings
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