LABYRINTH – In The Vanishing Echoes Of Goodbye

Pubblicato il 21/01/2025 da
voto
8.5
  • Band: LABYRINTH
  • Durata: 00:57:46
  • Disponibile dal: 24/01/2025
  • Etichetta:
  • Frontiers

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Ogni qualvolta i Labyrinth si apprestano ad uscire con un nuovo lavoro, tutti i seguaci del power metal più elegante – ma anche tutti coloro che seguono la scena italiana e che apprezzano la musica di classe – non possono che esserne compiaciuti.
La band, nata nel lontano 1994, da meteora impazzita capace di attirare le attenzioni del mondo intero con quel capolavoro intitolato “Return To Heaven Denied” (correva l’anno 1998), ha proseguito la propria carriera meritando il rispetto di tutta una scena, la nostra, che troppo spesso invece si macchia di esterofilia. I tanti lavori di livello elevato pubblicati negli anni, ma sempre in modo spontaneo e mai forzato, ci accompagnano fino ai giorni nostri ed a questo 2025 che si apre con quella che è senza dubbio una bomba sonora che rimarrà impressa all’interno dell’annata metallica che stiamo vivendo.
Un disco che, già in fase di presentazione alla stampa, un paio di mesi or sono, ci aveva colpito positivamente, ma che oggi, dopo ripetuti ascolti, possiamo confermare come opera di altissimo livello: brani genuinamente spontanei, composti da musicisti arrivati ad un punto della loro carriera in cui hanno poco da dimostrare e che hanno potuto lasciarsi andare alle proprie influenze più marcate senza troppi limiti.
Se già nel precedente disco, “The Absurd Circus”, datato 2021, il gruppo ci aveva dimostrato una notevole dose di grinta rispetto al classico ‘sound Labyrinth’ di venticinque anni fa, in particolare con l’omonimo brano di partenza, qui il livello di vigore cresce di almeno una tacca.
“In The Vanishing Echoes Of Goodbye” suona Labyrinth al 100%, ma presenta alcune sorprese rilevanti: come già accennato durante il track-by-track, l’impatto possente di molti brani colpisce in maniera decisa, come dimostra prepotentemente l’attacco prog dagli istinti thrash della massiccia “Inhuman Race”, posta in chiusura dell’ascolto; il brano, tra l’altro, attende ben due minuti e mezzo, tra sofisticate trame strumentali, prima di aprire il microfono a Roberto.
Ma a far respirare aria di freschezza ci pensano i cori epici contenuti nella poderosa opener “Welcome Twilight”, strizzando l’occhio ai cugini Rhapsody Of Fire, mentre riff devastanti di chitarra e basso esplodono con vigore e trovano un equilibrio magistrale con i classici passaggi più soft – e gli immancabili arpeggi – interpretati da un Roberto Tiranti in stato di grazia. Un pezzo come “Heading For Nowhere” è l’esempio perfetto di quello che sono i Labyrinth oggi: melodie vocali intense, a tratti soavi e celestiali, e dal forte impatto ma supportate da parti strumentali robuste e massicce, di quelle che spingono ad un vero e proprio headbanging.
In tutto ciò, un ruolo fondamentale è giocato da una produzione davvero maestosa, capace di esaltare ogni singolo strumento mantenendo l’impatto possente e corposo. A giovarne più di tutti, probabilmente, è proprio la sessione ritmica: il basso di Nik Mazzucconi tuona con estrema precisione ed il lavoro alla batteria del giovane Matt Peruzzi è altamente esaltante.
Soffermarsi eccessivamente sulle prove individuali di questi musicisti sarebbe tempo perso, in un certo senso: sappiamo che Roberto Tiranti è un cantante di infinito talento e qui ne da ulteriore prova, mentre l’empatia tra le due chitarre suonate da Andrea Cantarelli e Olaf Thorsen è ancora una volta magistrale. Quest’ultimo, in particolare, sembra non voler andare per forza alla ricerca di note suonate a velocità elevata ma utilizza uno stile maggiormente equilibrato.
Le più classiche “Out Of Place”, con armonie di chitarra che ci portano direttamente a pezzi indimenticabili come “The Night Of Dreams”, la tuonante e solerte “At The Rainbow’s End” e la magica lenta “To The Son I Never Had”, sono altri momenti di assoluto pregio all’interno della tracklist.
Siamo solamente a Gennaio ma l’impressione è che uno dei candidati a ‘disco dell’anno’ sarà proprio questo ritorno discografico dei sempre ispirati Labyrinth!

TRACKLIST

  1. Welcome Twilight
  2. Accept The Changes
  3. Out Of Place
  4. At The Rainbow's End
  5. The Right Side Of This World
  6. The Healing
  7. Heading For Nowhere
  8. Mass Distraction
  9. To The Son I Never Had
  10. Inhuman Race
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