8.0
- Band: LABYRINTH
- Durata: 00:53:00
- Disponibile dal: 04/07/2003
- Etichetta:
- V2 Records
- Distributore: Sony
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Vento di cambiamenti in casa Labyrinth, dopo l’inaspettato split dal mastermind Olaf Thorsen, molto nutrivano dubbi sul destino di una delle più amate band italiane. Ed invece eccoli di nuovo on the road, vivi e vegeti, con un nuovo logo, con la decisione di abbandonare i loro vecchi soprannomi “da combattimento”, ma soprattutto con sodalizio che li lega a Century Media e che vede il suo battesimo grazie a questo “Labyrinth”. Gli estimatori delle sonorità legate al “vecchio” “Return To Heaven Denied” potrebbero storcere i denti in quanto il sestetto non ha intenzione di compiere alcun passo indietro, proseguendo invece quel discorso musicale intrapreso con l’ultimo “Sons Of Thunder”, pur mostrando una maggiore dose di aggressività rispetto la scorsa release. Volendo entrare nel dettaglio, per la prima volta in studio Roberto Tiranti, uno dei migliori cantanti in assoluto della nostra scena musicale, su brani come “The Prophet” o “Livin’ In A Maze”, sfodera i suoi altissimi acuti che fino ad oggi abbiamo sentito solo dal vivo (se escludiamo il remix di “Save Me”). Potevano mancare i tipici “stacchi” prog, da sempre marchio di fabbrica dei Labyrinth? La risposta ovviamente è negativa, inoltre all’interno del platter in questione, troviamo una serie di sperimentazioni, opera del tastierista Andrea De Paoli, che vedono l’utilizzo di parti elettroniche, praticamente mai usate i passato dalla band toscana. A livello solista, per quanto sia indiscutibile la bravura del chitarrista Andrea Cantarelli, si sente la mancanza dei virtuosismi di Olaf Thorsen, axe-man dal tocco ormai riconoscibile ad un primo ascolto ed in grado di lanciarsi in assoli più puliti e riconoscibili del suo illustre collega. Il lavoro svolto ai Noise Factory Studios, opera di Giovanni Spinotti, spazza via la deludente produzione di “Sons Of Thunder” e valorizza finalmente a dovere le brillanti composizioni dei Labyrinth. Parlando di come back, non si può pretendere di più dal ritorno in scena dei Labyrinth, siamo sicuri che questo omonimo disco rappresenterà un importante biglietto da visita indispensabile per consolidare definitivamente il metal tricolore a livello nazionale ed internazionale! Cosa si può pretendere di più?