LACERHATE – Blood. Lies. Idiots. Death.

Pubblicato il 15/11/2022 da
voto
6.0
  • Band: LACERHATE
  • Durata: 00:31:20
  • Disponibile dal: 17/11/2022
  • Etichetta:
  • 1054 Records

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La scena underground italiana è composta da numerose band interessanti e di cui sente parlare relativamente poco: oggi è il turno dei Lacerhate. Il quintetto lombardo, attivo ormai da quasi quindici anni, ha collezionato con il tempo dei live di spessore assieme ai vari Walls Of Jericho, Death Before Dishonor e Arch Enemy, oltre a qualche sporadica apparizione all’estero. Dal lato dei lavori in studio i Lacerhate hanno all’attivo un EP, pubblicato nel 2011, dal titolo “Reborn From Ashes?”, e “Mass Distraction”, l’album di debutto e, ad otto anni di distanza, sono ritornati in studio di registrazione per il secondo full-length, “Blood.Lies.Idiots.Death.”, pubblicato dall’australiana 10-54 Records.
Il nuovo disco ripercorre la strada aperta con le precedenti release, proponendo un metalcore fortemente influenzato dal groove metal e dall’hardcore, più maturo e curato nei dettagli, al primo impatto. Attraverso i nove brani che compongono questo LP, ondate di tupa-tupa e di breakdown si rendono protagonisti portando a repentini cambi di tempo e di groove. Infatti, per quanto riguarda l’esecuzione dietro le pelli, lo stile è quello tra metalcore e l’ondata deathcore dei primi anni 2000, in cui i breakdown spezzano il tiro dei beat uptempo e dei blast-beat sporadici. Tuttavia nei brani “Icky Drops” e “Scum Of The Earth” si sentono dei build-up dai ritmi tribali capaci di richiamare i Sepultura e dare più espressività in termini di groove. Passando allo stile del riffing di chitarra, ciò che emerge di più sono i numerosi prestiti che ricordano i Lamb Of God, specialmente nei breakdown di “Dirty Flags”, “Gone” e la già citata “Scum Of The Earth”. Infatti si delineano, in modo deciso, vari riff talvolta armonizzati, che richiamano lo stile di “Ashes Of The Wake” del gruppo di Richmond. A fare da contorno sono inoltre presenti dei riff melodici in chiave death metal di scuola Göteborg, soprattutto in “Puppets” e “15 (Inhaled)”, in cui spunta per di più un significativo assolo che abbellisce la resa finale del brano. Il disco si chiude con “B.L.I.D.”, canzone abbastanza anonima che sembra fungere da outro, se non fosse per la presenza vivace di lead guitar in grado di alzare l’attenzione. Alla voce si fa sentire un bell’urlato incazzoso che segue lo stile e le metriche del metalcore anni ’90, talvolta abbassandosi leggermente di tono per seguire i vari cambi di groove portati avanti dai breakdown.
“Blood.Lies.Idiots.Death.” alla fine dei conti non propone nulla di innovativo ma, nonostante ciò, scorre veloce in poco più di mezz’ora e può essere apprezzato sia dagli amanti della vecchia scuola che dai più modern-oriented.

TRACKLIST

  1. Dawn Of The Black Season
  2. 15 (Inhaled)
  3. Dirty Flags
  4. Puppets
  5. Icky Drops
  6. Interlude
  7. Gone
  8. Scum Of The Earth (cliché)
  9. B.L.I.D.
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