7.5
- Band: LACUNA COIL
- Durata: 00:45:09
- Disponibile dal: 23/01/2012
- Etichetta:
- Century Media Records
- Distributore: EMI
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“Dark Adrenaline”: un grande disco? A giudicare dalla sua posizione tra gli hot album di questo primo mese del 2012, potremmo dire di sì, ma questo naturalmente dipenderà molto dai gusti e dalle preferenze di genere di ogni singolo ascoltatore. Il concetto che qui volevamo trasmettere è invece il seguente: Lacuna Coil? Grande band. Sì, perché il concetto che il nuovo capitolo discografico della band meneghina sembra esprimere è proprio questo. “Dark Adrenaline” si pone non solo come mero nuovo capitolo discografico, analizzabile a parte e parzialmente slegato dai capitoli precedenti, ma mostra piuttosto all’ascoltatore in maniera definita il concetto di evoluzione di una band. I Lacuna Coil sono in giro dal lontano 1996 e sin dal primo full-length “In A Reverie” del 1999 si sono posti come una band molto personale, con la propria idea della musica che dovevano suonare e con una forte determinazione a sfondare anche fuori dai ristretti confini territoriali della loro provenienza tricolore. Questo primo, già trascorso, decennio del XXI secolo ci ha poi mostrato una band in continuo mutamento, una sorta di crisalide che, dal metal gotico, pulsante e sanguigno degli esordi si è evoluta sino a quella farfalla di cristallo, bella ma fragile, di “Shallow Life”, esempio di metal alternativo e radiofonico di matrice americana. Evoluzione, appunto; un passaggio senza scosse ma sempre percepibile, che porta ad un mutamento radicale ma senza mai tradire il proprio io interiore, il proprio essere definibili come Lacuna Coil. E “Dark Adrenaline” non è altro che la nuova contaminazione che Marco Coti Zelati, compositore principale della band, effettua sulla sua creatura, offrendoci nuovi dettagli e nuove angolazioni da cui osservare la propria musica. Come un chimico in un laboratorio, egli prende il trasparente calice di cristallo pieno di pura acqua che rappresentava “Shallow Life” e ci versa con un preciso contagocce una o due stille di nero inchiostro. E’ proprio questo inchiostro la caratteristica principale di “Dark Adrenaline”: effimero liquido che si diffonde nell’acqua, contaminandola, creando inquieti tentacoli di oscurità che pian piano si diffondono nel liquido ospite, seguendone moti impercettibili e piccoli gorghi che prima non si vedevano, ma che già erano presenti. Questa è la forza del nuovo elemento oscuro, di questa ‘oscura adrenalina’. E’ un liquido di contrasto che segue la forza e la turbolenza di un tessuto musicale mai uguale a se stesso e sempre in cambiamento, un’importante aggiunta che ci mostra piccoli dettagli, elementi e particolarità, che prima non erano visibili nel troppo arioso clima del disco precedente. Così anche questa volta ci rendiamo conto che la vera eleganza consiste nel farsi notare, nel porre all’attenzione dell’osservatore alcuni piccoli particolari, punti luce, fantasie, o piccoli gioiellini che calamitino l’attenzione su loro stessi, dando un’idea generale di un prodotto elegante e ben realizzato. A conti fatti, questo apprezziamo di “Dark Adrenaline”: l’uso dosato di elementi che attirano l’attenzione e che ci forniscono un’immagine globale di grande compattezza. Le vorticose costruzioni ritmiche di “Upside Down”, la cupezza di “Kill The Light”, la radiofonicità del singolo “Trip The Darkness” e anche la classe mostrata nella cover dei REM “Losing My Religion” non sono altro che quello: dettagli di una matrice musicale unica e compatta, che porta indelebilmente il marchio Lacuna Coil. Alla band vanno i nostri complimenti per essere sempre in grado di scegliere nuovi punti di vista da mettere sotto i nostri occhi, per farci apprezzare un prodotto cangiante, sempre in continua evoluzione.