7.0
- Band: LACUNA COIL
- Durata: 00:47:27
- Disponibile dal: 31/03/2006
- Etichetta:
- Century Media Records
- Distributore: EMI
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Dopo aver sfondato nel mercato discografico americano con un album come “Comalies”, ritornano a distanza di quasi quattro anni i Lacuna Coil. Purtroppo in certi ambienti l’etichetta di “band italiana che assomiglia agli Evanescence” non gliela potrà più levare nessuno, ma è comunque doveroso precisare che con questo nuovo “Karmacode” la band di Cristina Scabbia, pur abbracciando un sound più groovy e attuale, non si è svenduta al mercato e non ha accantonato del tutto le melodie e alcuni degli elementi prettamente gothic che l’avevano resa celebre nella scena metal. Intendiamoci, “Karmacode” ha senz’altro tutte le carte in regola per permettere al gruppo di fare il definitivo salto di qualità in termini di popolarità – facendolo passare da un pubblico di nicchia (per modo di dire… mezzo milione di copie non sono certo poche!) ad uno da major vero e proprio – ma, ascoltandolo, non farete di sicuro fatica a riconoscere la formazione che aveva realizzato “Comalies”. Il quarto full-length dei Lacuna Coil è infatti una sorta di “Comalies” parte seconda, ovvero un disco fondamentalmente pop-rock con influenze gothic, suonato però con un tasso di aggressività tipico del metal e forte di dinamiche care a certi gruppi d’oltreoceano. La tracklist, come quella di “Comalies”, non è eccezionale (ci sono alcuni filler di troppo… su tutti “Closer” e “The Game”), ma, in compenso, ha una bella dote, cioè quella di essere varia e quindi di non farti subito pensare di aver capito il disco fino in fondo. Gli arrangiamenti questa volta sono infatti stati curati splendidamente e, ogni volta che avrete modo di ascoltare l’album, coglierete probabilmente nuove sfumature non sempre evidenti ad una prima e superficiale fruizione. Le cose più interessanti vengono dalle chitarre e dal basso, che, per tutto l’arco del platter, mettono in evidenza inedite influenze Korn, ma meritano un plauso anche le orchestrazioni udibili in pezzi come il primo singolo “Our Truth” o “In Visible Light”, le quali, quando vengono abbinate al riffing, creano un mix tra tradizione e modernità davvero godibile. L’episodio migliore di “Karmacode” è però “What I See”, un brano potente ma dotato di un ritornello squisitamente catchy, che da solo riassume l’attuale filosofia dei Lacuna Coil: realizzare composizioni di facile ascolto cercando però di non perdere del tutto la propria integrità di band formata da metalhead. Qualcuno potrà accusarli di voler, come si suol dire, tenere il piede in due scarpe… e ciò è forse anche vero. Tuttavia, lungi da noi criticarli per questa scelta… almeno fino a quando i risultati, come in questo “Karmacode”, saranno formalmente buoni. Se avete apprezzato “Comalies”, fatelo vostro.