LAETITIA IN HOLOCAUST – Fauci Tra Fauci

Pubblicato il 12/05/2019 da
voto
7.0

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Otto anni sono un intervallo lungo per qualunque tipo di prodotto artistico, figuriamoci per il ritorno di una band come i Laetitia In Holocaust, che hanno da sempre mostrato di perseguire una direzione musicale peculiare; e nona caso anche a questo giro il duo emiliano ribalta le carte. Dopo un esordio sulla lunga distanza insieme sulfureo, misantropico e ricercato con “The Tortoise Boat”, un album che vale assolutamente la pena di recuperare qualora non sia già in vostro possesso, e la svolta più quadrata e curata (in termini di produzione) di “Rotten Light”, con “Fauci Tra Fauci” i Laetitia In Holocaust approdano su Third-I-Rex, guardando in maniera più convinta alla loro dimensione black metal tout court e puntando nel complesso alla definitiva consacrazione. Risultato assodato? Assolutamente sì, anche se un senso di nostalgia e insoddisfazione resta al termine dell’ascolto. Non fraintendete, non stiamo cedendo alla sindrome del “Sì, bravi, ma i demo erano più oscuri!”: semplicemente ci pare che tra i solchi di questo più che discreto disco manchino in parte la disperazione umana e la fame espressiva che la facevano da padrone nei lavori succitati. N. e S., le due anime oscure dietro il progetto, sono sempre più maturi dal punto di vista compositivo e il loro sound si è fatto cristallino e potente senza cedere una briciola in termini di violenza – esacerbando anzi il loro lato più graffiante; i riff forsennati di “Diva Fortuna” e “Through The Eyes Of Argo”, poste in apertura, bastano da soli per far scuotere la testa forsennatamente, così come le variazioni imprevedibili di brani come “In Cruelty And Joy” e “The Elders Know” dimostrano che anche con le chitarre distorte e i bpm incrementati i due musicisti sanno esprimersi bene. Ma, appunto, dell’antico gusto sublime e scarno resta traccia solo nello struggente intermezzo acustico di “Exile”, e ci pare un peccato rispetto alla furia tutto sommato più “convenzionale” del resto del lavoro. Con una piccola provocazione, se a illustrare il precedente lavoro trovavamo l’angelo caduto inciso da Doré per la sua famosa Bibbia, qui ci pare che quel demone si sia rialzato a testa alta, trasformandosi nel mondano Lucifer creato da Neil Gaiman. Che non può certo essere accusato di bontà, debolezza o di assenza di carisma, ma esattamente come i brani qui presenti ha perso un po’ della sua anima primeva e ribelle.

TRACKLIST

  1. Diva Fortuna
  2. Through The Eyes Of Argo
  3. In Cruelty And Joy
  4. Exile
  5. The Elders Know
  6. The Foot That Submits
  7. Gods Of The Swarm
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