LAETITIA IN HOLOCAUST – Heritage

Pubblicato il 07/07/2020 da
voto
7.0

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La band modenese ha evidentemente trovato una nuova direttrice e un filone creativo florido, tenuto conto che dopo averci fatto attendere otto anni tra il secondo e il terzo full-length, tornano tra noi a nemmeno un anno e mezzo dall’uscita di “Fauci Tra Fauci”; e, soprattutto, lo fanno con un disco concreto, fedele alle loro sonorità e al loro approccio misantropico, ma che non si limita ad essere una fotocopia del precedente lavoro. I Laetitia In Holocaust hanno consolidato negli anni una dimensione musicale che trova le sue radici, parimenti, nella second wave of black metal, in certo goth rock di confine (quantomeno nell’ispirazione) e nella sempre apprezzabile via italiana al black metal; pensiamo in particolare alle band della Invitta Armata, anche se il duo emiliano non ha mai esplicitato determinate connotazioni politiche. Il risultato complessivo si conferma in questo “Heritage” apprezzabile e personale, grazie a brani che passano dai toni dell’invocazione oscura ai midtempo avvolgenti, passando dalla delicatezza di ottimi passaggi acustici; una componente, questa, su cui i Laetitia In Holocaust hanno sempre pervicacemente insisitito, e rispetto agli inserti non sempre riuscitissimi presenti sui primi demo, dimostrano qui di aver avuto ragione. Se poi in passato il drum programming sembrava guidare e incasellare troppo le linee di chitarra o il cantato, qui la batteria riesce a suonare gelida – come giusto per le loro sonorità – senza scadere nel meccanico, grazie all’ottimo lavoro di Marcello Malagoli, che già aveva preso parte al precedente album della band. Volendo passare ai difetti del disco, ci pare che pecchi un po’ in termini di produzione: sicuramente un sound scarno e lo-fi era nelle intenzioni della band, ma ci sono momenti in cui le chitarre quasi spariscono, per poi rispuntare quasi troppo squillanti; anche se questo non toglie valore a brani elaborati e suadenti come la titletrack o “Exemplum”. Un plauso finale va al lavoro del basso, che sostiene i brani spuntando in primo piano in preziosi inserti, e ai brevi passaggi in cui le tastiere la fanno da padrone, accrescendo la componente ‘dark’ con grazia.

TRACKLIST

  1. The Moor
  2. Dissolution in Black Pastures
  3. Heritage
  4. Exemplum
  5. Of Courage And Deity
  6. Of Feathers And Doom
  7. B Minor
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