LAGWAGON – Hoss

Pubblicato il 17/12/1995 da
voto
9.0
  • Band: LAGWAGON
  • Durata: 00:38:45
  • Disponibile dal: 21/11/1995
  • Etichetta:
  • Fat Wreck

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Se dalla fine degli anni ’80 la Epitah di Brett Gurewitz è la casa dell’hardcore melodico made in California (avendo contribuito al successo planetario di NOFX, Offspring, Rancid e Pennywise, oltre che dei Bad Religion stessi), possiamo dire che la Fat Wreck Cords è la seconda casa, poggiata su solide fondamenta di No Use For A Name, Good Riddance e Lagwagon. E proprio alla band di Santa Barbara spetta l’onore di far uscire il primo full-length per la neonata etichetta di Fat Mike con l’ancora acerbo “Duh”, registrato in quattro giorni, cui seguirà due anni dopo il più convincente “Thrashed”. E’ tuttavia nel 1995, anno magico per il cali-punk, che i cinque trovano la definitiva quadratura del cerchio con “Hoss”, album destinato a diventare un caposaldo per tutto il genere etichettato come ‘EpiWrech’, ad intendere l’unione tra le due sopra citate etichette. Introdotto dal faccione di Dan Blocker, attore che interpreta Eric ‘Hoss’ Cartwright in “Bonanza” (telefilm western mandato in onda negli anni ’60 dalla NBC), il terzo disco dei Lagwagon consolida quello che sarà il trademark della band per gli anni a venire. In primis merita una menzione speciale la coppia formata dal batterista Derrick Plourde, più vicino a Neil Peart dei Rush che al classico batterista punk rock, e dal bassista Jesse Buglione, i cui riff in fingerpicking spiccano nel mix: non sappiamo se definirli la miglior sezione ritmica della scena, ma di sicuro classici senza tempo come “Move The Car” o “Rifle” sono tali anche grazie a loro. Non da meno anche la coppia di asce appassionata di heavy metal, formata all’epoca da Shawn Dewey e Chris Flippin: pezzi tirati come “Name Dropping” o “Weak” fungo da abbecedario dello skate-punk, mentre “Bro Dependent”, “Sick” e “Black Eyes” colpiscono duro la cervicale con dei breakdown che anni dopo faranno la fortuna di band come A Day To Remember e Four Year Strong. Se la parte strumentale è di prim’ordine, nondimeno è la timbrica di Joey Cape: brani più spensierati come “Sleep”, “Razor Burn”, “Shaving Your Head” e “Ride The Snake” sono marchiati a fuoco dalla sua voce, ancora oggi da annoverare tra le più versatili del genere insieme a Tony Sly. Come ogni capolavoro del genere anche “Hoss” ha poi le sue canzoni-simbolo: stiamo ovviamente parlando di “Bombs Away” e soprattutto “Violins”, divenute dei classici dal vivo per la loro capacità di unire melodie emozionali e l’energia del punk californiano. Nonostante qualche tragedia (a partire dal suicidio del già citato batterista) e conseguente pausa di riflessione nel quarto di secolo successivo i cinque consolideranno la loro fama come una delle band più longeve del punk rock anni ’90, ma pur avendo sfornato parecchi album validi “Hoss” resta un picco qualitativo difficile da avvicinare.

 

TRACKLIST

  1. Kids Don’t Like To Share
  2. Violins
  3. Name Dropping
  4. Bombs Away
  5. Move The Car
  6. Sleep
  7. Sick
  8. Rifle
  9. Weak
  10. Black Eyes
  11. Bro Dependent
  12. Razor Burn
  13. Shaving Your Head
  14. Ride The Snake
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