LAMB OF GOD – Omens

Pubblicato il 04/10/2022 da
voto
8.0
  • Band: LAMB OF GOD
  • Durata: 00:41:08
  • Disponibile dal: 07/10/2022
  • Etichetta:
  • Nuclear Blast

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Passarono cinque lunghissimi anni tra “VII” ed il self-titled del 2020, atti ad assorbire i dissidi interni e l’allontanamento di Chris Adler, uno dei pilastri del suono della band nonchè fratello del chitarrista Willie. Le cose non si sono dimostrate rose e fiori durante la pandemia, con tour a sprazzi e Phil Demmel (Machine Head, Vio-lence) chiamato a sostituire sia Willie Adler che John Campbell in separate occasioni. I Lamb Of God però vogliono dimostrare di aver superato il momento difficile, e come loro personalissimo stile lo fanno a muso duro, coi fatti. Eccoli dunque tornare sulle scene con “Omens” a soli due anni dal disco precedente, decisi a riaffermarsi con violenza e pragmatismo.
L’opener “Nevermore” integra sapientemente l’unico utilizzo delle clean da parte di Randy Blythe e rilascia la massima potenza con un ritornello ferocissimo e un breakdown maiuscolo. “Vanishing” è un capolavoro di groove dove i riff incredibili della coppia Morton/Adler viaggiano di nuovo sulla cowbell e su un mostruoso lavoro di batteria. “To The Grave” lavora ai fianchi fino al colpo da KO “Ditch”, introdotto dall’entrata più devastante del disco – “I don’t give a goddamn!” tuona Blythe – che segna i tre minuti più veloci e devastanti della raccolta. Quando parte la title-track “Omens” alziamo semplicemente le mani davanti alla straordinaria forma fisica di una formazione che si è sempre espressa a livelli altissimi e dimostra di aver mantenuto una fame e una rabbia che manca anche a formazioni nei vent’anni di età. Potremmo andare avanti a descrivere le singole canzoni del disco, ma siamo davanti a una raccolta senza cali di tensione e senza punti deboli, basta quindi citare le voci fuori dal coro della scatenata “III Designs” – in grado di riportarci ai Bad Brains e al verace amore per l’hardcore del quintetto – insieme a “September Song”, che chiude sperimentando tra sludge ‘made in New Orleans’ e un assurdo finale sinfonico a pugni in aria.
Viaggiando verso i venticinque anni di carriera i LOG sanno benissimo quali sono i propri punti di forza e lavorano duramente per mantenere altissima la qualità delle composizioni nonostante il sound familiare, senza rinunciare ad inserire qualche novità e qualche sperimentazione sfidante, ma soprattutto senza deludere chi ha voglia di un disco musicalmente e liricamente ispirato e privo di compromessi.
Una meravigliosa aggiunta al catalogo del gruppo di ‘Richmond, motherfuckin’ Virginia‘, che ricorda in maniera rumorosa come la band sia criminalmente ed ingiustamente sottovalutata dalle nostre parti.

TRACKLIST

  1. Nevermore
  2. Vanishing
  3. To The Grave
  4. Ditch
  5. Omens
  6. Gomorrah
  7. Ill Designs
  8. Grayscale
  9. Denial Mechanism
  10. September Song
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